X

Ue: nuovo patto di stabilità, sul debito pubblico passa la linea Tremonti

di Elisa D'Alto |18 Ottobre 2010 22:41

Giulio Tremonti

L’accordo trovato tra i 27 ministri finanziari della Ue sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ”è un buon testo”. ”Sono state trovate formule flessibili, ragionevoli e assolutamente gestibili da parte del nostro Paese”, ha detto il ministro.

“Stavolta rompo gli schemi e inizio io la conferenza stampa: habemus pactum…novum”, ha detto Tremonti.

Nel nuovo patto di stabilità è rientrato anche un punto caldeggiato proprio dal nostro ministro: nel calcolo dell’andamento della riduzione del debito pubblico verrà calcolato anche il debito privato.

Questi i termini dell’accordo raggiunto: da una parte i Paesi più rigoristi guidati dalla Germania hanno ceduto qualcosa sul fronte dell’automaticità delle sanzioni, ma avrebbero ottenuto (stando alle parole di Sarkozy e Merkel), l’impegno a valutare una possibile modifica dei trattati Ue per avviare una ‘fase due’ della riforma del Patto.

In pratica, si è deciso che le sanzioni per i Paesi non virtuosi non scatteranno immediatamente, quando uno Stato va in deficit eccessivo, ma dopo sei mesi se nel frattempo non saranno state prese le misure correttive necessarie. A quel punto le sanzioni saranno comminate dalla Commissione Ue e il Consiglio Ue le potrà respingere solo con una maggioranza qualificata degli Stati.

Sul fronte del debito, poi, nel testo non compare alcun riferimento sull’entità del taglio dei debiti eccessivi (che Bruxelles nella sua proposta individua in un ventesimo l’anno). Viene quindi confermato che nel valutare la situazione del debito pubblico di un Paese si terrà conto di alcuni ”fattori rilevanti”, tra cui il debito privato, come fortemente voluto dall’Italia.

Dal canto suo, Berlino ha ottenuto l’impegno a modificare, da qui al 2013, il trattato di Lisbona: la chiave, questa, per arrivare a misure su cui la Germania insiste da tempo, come la sospensione del diritto di voto per i Paesi recidivi nel violare le regole del Patto, e la creazione di un fondo di salvataggio permanente per gli Stati in difficoltà, sulla scia del piano salva-Grecia.

Scelti per te