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Pensioni, anticipi: quota 98, taglio 4% anno, opzione donna

di Warsamé Dini Casali |30 Settembre 2015 10:00

Pensioni, anticipi: quota 98, taglio 4% anno, opzione donna

ROMA – Risorse limitate (1 miliardo + 500 milioni per le perequazioni assegni 3 volte il minimo), massimo di correttezza attuariale per non rompere l’equilibrio della Riforma Fornero: questi paletti entro i quali nella prossima legge di stabilità saranno introdotti criteri più flessibili per l’uscita anticipata dal lavoro.

Quindi massimo 3 anni di anticipo: si potrà andare in pensione a 63 anni e qualche mese. Non si deroga dal minimo di 35 anni di contributi anche perché altrimenti l’assegno risulterebbe poi troppo alleggerito in vista delle penalizzazioni inevitabili. Penalizzazioni annue che non dovrebbero discostarsi troppo dal 4% annuo.

35 anni di contributi va bene per gli uomini, secondo questo schema, meno per le donne a causa della discontinuità oggettiva delle carriere e delle retribuzioni più basse. Davide Colombo sul Sole 24 Ore spiega come un confronto sul tema sia ancora aperto, così come su “opzione donna”.

E sul punto una soluzione alternativa è ancora allo studio. Il confronto è aperto anche sull’«Opzione donna»: riconoscere alle dipendenti di 58 anni e 35 di contributi, con maturazione del requisito entro l’anno, un ritiro anticipato con penalizzazione del 3% l’anno per massimi tre anni in luogo del ricalcolo contributivo. Misura che potrebbe riguardare circa 30mila donne con un costo basso iniziale che poi cresce negli anni futuri quando le scattano le finestre della decorrenza (fino a 2 miliardi entro il 2020). (Davide Colombo, Il Sole 24 Ore).

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