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Pensioni di invalidità civile: se cambia la soglia, donne sposate a rischio

di Alberto Francavilla |18 Giugno 2022 11:48

ROMA – Pensioni di invalidità a rischio, soprattutto per le donne sposate. Il grido d’allarme lo lancia Repubblica, in un articolo firmato da Carlo Picozza. Addirittura, ipotizza l’autore dell’articolo molte di queste donne potrebbero dover restituire quanto percepito sinora. Questo perché potrebbe essere spostata la soglia di reddito di chi ha diritto a questa pensione “di invalidità civile“.

La risposta definitiva spetterà alla Corte di Cassazione, sezione Lavoro, che delibererà il 13 febbraio su un contenzioso nato, spiega Picozza, “dal silenzio di Inps e Ministero del Lavoro“. E un’avvocatura dell’Inps avrebbe sostenuto (fino a sentenza contraria della Cassazione) che non hanno più diritto all’invalidità civile gli stessi soggetti che ne hanno avuto diritto fino ad oggi.

Cosa cambia?

Picozza spiega, per bocca di un avvocato previdenzialista, che “il limite di reddito per ottenere la pensione o l’assegno di invalidità è stato individuale, fissato rispettivamente a 16mila 500 e 4mila 650 euro all’anno a seconda della percentuale di perdita della capacità lavorativa. Ora, complice l’orientamento equivoco dell’Inps, che in sede amministrativa riconosce e in sede giudiziaria nega, gli stessi livelli di reddito massimo diventano coniugali”.

Perché le donne sono più penalizzate?

Semplice, perché sono tre quarti di questi assegni sono destinati proprio a loro. Anche qua Picozza si avvale della consulenza del medesimo avvocato: “In un mercato del lavoro a forte prevalenza maschile sono volti alla tutela delle figure più deboli nel momento in cui, per motivi di salute, perdono la capacità di lavorare in maniera significativa: oltre il 74 per cento per l’assegno o del 100 per cento per la pensione”.

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