ROMA – Pensioni: 70 per cento sotto i mille euro. Così titolano e dicono tutti.
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Qualcuno aggiunge nella titolazione: sotto i mille euro mensili l’80,6 per cento delle pensioni pagate ad una donna. Titolano e dicono vero. Ma non dicono e titolano giusto. La notizia costituita dai dati ufficiali dell’Inps va letta tutta e la situazione pensioni andrebbe detta tutta. Allora diciamola tutta sulle pensioni. Che a dirla soltanto dicendo pensioni 70% per cento sotto i mille euro si finisce per dirla vera ma storta.
Pensioni, diciamola tutta e diciamo quindi (lo dice l’Inps) che le pensioni di cui il 70 per cento è sotto i mille euro sono mensili sono quelle dei lavoratori privati e del settore privato. Le pensioni dei lavoratori pubblici sono più alte e non entrano nel conteggio e nella definizione della media. E le pensioni dei lavoratori pubblici non è che siano poche migliaia.
Pensioni, diciamola tutta e diciamo quindi (lo dice l’Inps) che 70 per cento sotto i mille euro mensili sono le pensioni, non i pensionati. Perché nel nostro sistema previdenziale non è inconsueto ci sia un pensionato che di pensioni ne percepisce due o forse anche tre. Magari minime o misere, ma non solo una di pensione. Come ognun sa o dovrebbe sapere, ci sono in essere e in pagamento più pensioni che pensionati. La differenza è di qualche milione di unità. Quindi qualche milione di pensionati dato sotto i mille euro al mese di pensione ne prende anche un’ altra. Sempre tira più o meno la cinghia e certo non sta grasso e comodo. Ma non è vero nei fatti che campa con meno di mille al mese.
Pensioni, diciamola tutta e diciamo quindi (lo dice l’Inps) che 3,9 milioni di pensioni pagate (presumibilmente tutte o quasi sotto i mille euro al mese di importo) sono di natura assistenziale e quindi senza contributi pagati. E’ assistenza pubblica, mille euro al mese possono essere non sufficienti ma chi li percepisce ha versato nulla o quasi.
Pensioni, diciamola tutta e quindi diciamo (lo dice l’Inps) che l’importo medio va aumentando. Infatti al gennaio 2018 risultano in essere e pagate 17.886.623 pensioni, 143 mila in meno che nel gennaio precedente. Però la spesa, il costo delle pensioni in essere è salito da un anno all’altro (più 1,5%) fino a 200,5 miliardi complessivi. Circa centocinquantamila pensioni in meno, 1,5% in più di spesa aritmeticamente significano importo medio delle pensioni che sia pur di pochissimo sale.
Pensioni, diciamola tutta e quindi riassumiamo e conteggiamo. Se dai 18 milioni di pensioni di cui il 70 per cento è sotto i mille euro sottraiamo i quattro milioni di pensioni assistenziali. Se poi sottraiamo i pensionati che di pensioni ne percepiscono più d’una (a spanne un altro paio di milioni). Se aggiungessimo a far media le pensioni più alte, di certo più alte di mille al mese, dei milioni di pensionati ex lavoratori pubblici. Se facciamo queste corrette operazioni il risultato finale è che ad aver pagato una vita di contributi previdenziali per avere in cambio la miseria di meno di mille al mese non sono 18 milioni di pensionati. Ma 18 meno quattro e meno due ancora. E quindi fa 12 milioni di pensionati Inps. Ma se son 12 milioni la media dell’assegno non è più quella calcolata su 18 e quindi probabilmente non è il 70 per cento. E i 500 mila italiani andati in pensione dopo 15 anni e poco più di lavoro se a fine mese incassano 900 euro li dobbiamo considerare dei poveri vessati o dei fortunati detentori di una piccola rendita?
Pensioni, diciamola tutta che non vuol dire dirla che va tutto bene e che che ci si sguazza. Ma vuol dire dire che in Italia c’è un sacco di gente in pensione (troppa). Che ci sono milioni e milioni di pensioni senza contributi (senza contare le milioni di pensioni infarcite di contributi figurativi, cioè pagati non dal pensionato ma dal denaro pubblico). Che ci sono più pensioni che pensionati e che quindi non tutte le pensioni sotto i mille corrispondono a pensionati sotto i mille euro al mese…
Diciamola tutta e tutta insieme, vasto programma. Già, molto vasto, praticamente nessuno lo fa più di dirla tutta. Perché?