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Riccometro Isee: più agevolazioni, meno furbetti. Occhio all’Imu

di Warsamé Dini Casali |14 Giugno 2013 10:13

Riccometro Isee: più agevolazioni, meno furbetti. Sulla casa effetto Imu

ROMA – Riccometro Isee: più agevolazioni, meno furbetti. Sulla casa effetto Imu. E’ noto come “riccometro” ma, l’Isee, serve a calcolare quando un cittadino ha diritto di accesso alle prestazioni sociali: il nuovo Isee, per il quale è iniziato l’iter di approvazione, serve appunto a stanare i ladri di welfare, coloro cioè che pur non avendone i requisiti beneficiano di agevolazioni, sconti, innalzamenti in graduatoria togliendoli di fatto a chi ne ha invece bisogno. Il nuovo Isee sarà più flessibile perché spetterà ai Comuni tagliarlo a misura delle esigenze (potranno alzare o abbassare i parametri di accesso): quindi un plafond di agevolazioni più ampio ma una platea di aventi diritto più ristretta. Non solo il 730 basterà a quantificare il nuovo Isee, ma tutte le entrate.

Mai più libri gratuiti per chi dichiara guadagni bassi ma possiede una villa. Il nuovo indice Isee terrà conto anche dei dati sulle case, e infatti sarà usato per calcolare la tassa sugli immobili. In compenso la badante sarà detraibile.

Con il nuovo riccometro si avranno anche sconti sulle bollette telefoniche e della luce, la fornitura gratuita o semi gratuita dei libri scolastici, il reddito di cittadinanza e i servizi socio sanitari domiciliari e diurni semiresidenziali.

Anche l’Isee sconta l’effetto Imu, e la rivalutazione del 60% rispetto alla vecchia Ici, penalizza un po’ i proprietari in assenza di mutuo o figli a carico sopra i 240 mila euro. avrà più possibilità di accesso al welfare chi è in affitto o ha una famiglia numerosa perché in entrambi i casi il nuovo reddito Isee è più basso del vecchio.

Il nuovo Isee. Uno dei capisaldi su cui si fonda la proposta è l’adozione di una definizione ampia di reddito in cui vengono incluse, oltre al reddito Irpef, tutte le entrate tassate con regimi sostitutivi o a titolo d’imposta e tutti i redditi esenti. Nel nuovo Isee sono previsti importanti abbattimenti del reddito quali una quota dei redditi da lavoro dipendente, per tenere conto dei costi di produzione del reddito stesso, e delle pensioni, per tenere conto di situazioni di povertà soprattutto legate ai percettori di assegni sociali e trattamenti di integrazione al minimo.

Casa, effetto Imu. Altro punto riguarda i costi dell’abitare che vengono considerati in modo simmetrico per i nuclei proprietari della casa in cui abitano e per coloro che devono pagare un affitto, attraverso una riduzione della componente reddituale; si considererà patrimonio solo il valore della casa che eccede il valore del mutuo ancora in essere.

Il valore della prima casa viene abbattuto a due terzi. Per quanto riguarda la maggiore valorizzazione del patrimonio, essa viene raggiunta riducendo la franchigia sulla componente mobiliare, che viene però articolata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare. Il valore degli immobili è quello rivalutato ai fini IMU ed infine si considera il patrimonio all’estero.

Figli. La Scala di equivalenza in essere attualmente viene modificata con il riconoscimento di alcune importanti maggiorazioni; in particolare – come ha spiegato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini -, per tenere in considerazione i figli successivi al secondo, la scala viene maggiorata di un ammontare crescente al crescere del numero dei figli, da tre in poi.

Disabilità. Per quanto riguarda la disabilità, la scelta fondamentale che si compie con la riforma è di non considerare in modo indistinto tutto il mondo delle persone con disabilità, ma di riclassificarlo in tre distinte classi : disabilità media, grave e non autosufficienza. Nell’Isee riformato si riconosce un abbattimento diretto del reddito della famiglia dove è presente il disabile, articolato in funzione del grado di disabilità, che risulta vantaggioso, in misura maggiore per i disabili più poveri e per quelli più gravi.

Più controlli, meno autocertificazioni. Altro importante punto è che la riforma prevede il rafforzamento dei sistemi dei controlli sulla veridicità dei dati rilevati ai fini Isee, al momento tutti autodichiarati, e anche per questo a volte non corrispondenti alla situazione reale. Infatti, nell’Isee riformato solo una parte dei dati sarà autocertificata dal dichiarante. I dati fiscali più importanti e i dati relativi alle prestazioni ricevute dall’Inps saranno ottenuti direttamente dalle banche dati delle Amministrazioni.

Isee corrente. L’Isee oggi fa riferimento al reddito dell’ultima dichiarazione. Con la riforma si introduce la possibilità, a fronte di cadute significative del reddito di calcolare un Isee corrente, riferito ad un tempo più ravvicinato, e quindi più rispondente alla realtà economica del dichiarante. Questo vale specialmente in situazioni di crisi economica ove la condizione delle persone può cambiare anche rapidamente, in occasione della perdita di un lavoro o della riduzione dell’attività lavorativa.

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