Repubblica spiega:
Il 730, infatti, è previsto per i cassintegrati perché in questo caso è l’Inps o l’istitutodi previdenza a cui si è iscritti a fare da sostituto di imposta. Ed il vantaggio del 730 è che l’eventuale rimborso arriva nel giro di poco tempo, figurando già nello stipendio del mese di luglio.
Con l’Unico, invece, il sostituto d’imposta diventa lo Stato, in particolare l’Agenzia delle Entrate, tenuti a rimborsare i crediti accumulati e gli anticipi versati l’anno precedente. Qui scatta la beffa per chi è già travolto dal dramma della disoccupazione: i tempi dei rimborsi, infatti, in questo caso diventano biblici, perché L’Agenzia deve prima svolgere tutti i controlli per poi provvedere alla liquidazione del rimborso attraverso gli uffici provinciali. E la burocrazia rallenta tutto, non guarda in faccia nessuno.Anche se quei 500, 1.000 o 2.000 euro possono consentire a una famiglia di sbarcare il lunario ancora per un po’. La burocrazia non pensa. Anzi, in questo caso, penalizza chi invece andrebbe aiutato più di ogni altro. E la Consulta nazionale dei Caf, i centri di assistenza fiscale, chiede a gran voce al governo di sciogliere il prima possibile questo nodo, restituendo celermente i soldi a chi già ne ha pochi o per nulla. Arginando una rabbia che sta squassando il Paese. Sarebbe una goccia nel mare, è vero, ma anche una goccia è un segnale.