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Risparmiatori, chi li risarcirà? Le nuove banche si sfilano

di Maria Elena Perrero |27 Dicembre 2015 9:19

(Foto d’archivio)

ROMA – Chi risarcirà i risparmiatori che hanno perso tutto nel crac di Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Chieti e Cassa di risparmio di Ferrara? Per legge dovrebbero essere gli stessi istituti falliti, che però non hanno più un soldo, messi in liquidazione coatta dal decreto del governo Renzi che ha fatto confluire i crediti in sofferenza in una “bad bank” (banca cattiva), per dare vita alle nuove banche.

Ma i consigli di amministrazione di queste nuove banche hanno fatto sapere che in base alle norme europee ed italiane loro “non possono essere oggetto di azioni di responsabilità da parte dei vecchi azionisti e obbligazionisti subordinati”. Gli investitori, quindi, possono rivalersi solo sul Fondo di solidarietà, che però ha a disposizione soltanto cento milioni, a fronte di 800 milioni di euro di obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche ormai fallite.

Come spiega Mario Sensini sul Corriere della Sera, infatti, le nuove banche “buone”, nate il 22 novembre con il decreto che ha messo in risoluzione i vecchi istituti, non hanno pendenze con il passato.  Lo stesso discorso vale per la bad bank nata lo stesso giorno. A farsi carico dei rimborsi dovrebbero essere solo i quattro vecchi istituti in liquidazione, che però non hanno nulla.

Il ministero dell’Economia sta pensando di aumentare le risorse del Fondo di solidarietà, in modo che possa intervenire non solo per i piccoli investitori danneggiati dall’azzeramento delle obbligazioni, circa 2mila su un totale di 11mila obbligazionisti.

Spiega Sensini:

“I criteri per l’accesso al Fondo, riservato alle persone fisiche e agli imprenditori individuali, devono essere stabiliti da un decreto dell’Economia e della Giustizia, ma saranno comunque molto selettivi. L’intervento sarà valutato da un collegio arbitrale e il suo contributo sarà parziale, entro «un ammontare massimo» delle perdite. «Resta salvo il diritto al risarcimento» degli investitori, c’è scritto nella legge, ma non essendoci più nessun altro in grado di pagare, tutto rischia di finire lì, con il Fondo di solidarietà. Rivolgersi a un tribunale, per una società, o una persona esclusa dal Fondo, rischia seriamente di rivelarsi cosa inutile.

La «risoluzione» delle quattro banche, con l’inedito venir meno dei vecchi soggetti giuridici, sta già creando un po’ di confusione legale. In questi giorni, ad esempio, sono state notificate le interruzioni di alcune cause che vedevano coinvolta la vecchia Banca Marche, i suoi azionisti e gli amministratori. Il vecchio istituto non c’è più. Nelle cause passive verrà sostituito dalla liquidazione coatta, che non ha soldi. Ma non è chiaro se qualcuno, e chi, sostituirà le vecchie banche nelle cause attive, quelle in cui sono loro a chiedere i danni, ad esempio agli ex amministratori (Banca Marche ha chiesto 280 milioni, Cariferrara 300). Soldi che di regola dovrebbero essere rimborsati ad azionisti e obbligazionisti”.

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