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Saipem affonda (-30%) e affossa la Borsa. Sospeso il titolo Monte dei Paschi

di Emiliano Condò |15 Maggio 2022 10:48

MILANO – Saipem affonda e affossa la Borsa di Milano. In un solo giorno, nerissimo giorno,  la società di servizi petroliferi lascia sul mercato più del 30% del suo valore e trascina a fondo Eni, società che la controlla e tutto il listino di Piazza Affari, che perde attorno al 3%.

Male anche l’altro titolo nell’occhio del ciclone politico ed economico: ilMonte dei Paschi sospeso attorno alle 17 quando il titolo perdeva oltre il 5%.  Fermate in asta di volatilità anche Banco Popolare, Bpm e Finmeccanica. 

Che sia una giornata di calvario a Milano si capisce da subito. Tempo di aprire i battenti e Saipem segna un ribasso teorico del 39%, con immediata sospensione del titolo. A metà mattinata le contrattazioni riprendono ma il titolo continua a soffrire. E anche Eni scivola giù perdendo più del 5%.

Ma quali sono le cause? Innanzitutto le stime, diffuse nel pomeriggio di martedì, dei ricavi di Saipem per il 2012 e il 2013. Stime nerissime che parlano di una riduzione degli utili per l’anno precedente e un calo drastico per quello ancora iniziato. Le cifre, con cura, le elenca il Sole 24 Ore:

I target del 2013 diffusi ieri sono i seguenti: ricavi a 13,5 miliardi di euro, Ebit a 750 milioni di euro e utile netto a 450 milioni di euro: il consensus degli analisti si aspettava fino a ieri un Ebit a 1,6 miliardi di euro e un utile netto a 1 miliardo. Ebbene visti così i numeri dicono impietosi che la redditività operativa si dimezza sostanzialmente. Ecco perchè era facile aspettarsi oggi un bagno di sangue in borsa. Se si dimezza la profittabilità inevitabile che il prezzo tende a perdere valore in modo significativo.

Ma per quello che è da sempre considerato un gioiellino di Eni piove sul bagnato. Sempre martedì arriva la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati Pietro Franco Tali. L’ex ad scrive Repubblica

ha ricevuto un’informazione di garanzia dalla Procura della Repubblica di Milano, a seguito dell’indagine avviata nel febbraio 2011 in merito a presunti reati di corruzione in Algeria compiuti nel 2009. Tali, che si era dimesso nello scorso dicembre, non era stato raggiunto finora da avvisi di garanzia.

 

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