Per quanto riguarda la disoccupazione, la colpa, per Confartigianato, è (anche) della riforma Fornero. Imprenditori, famiglie e giovani “non ne possono più di promesse non mantenute, di impegni non rispettati, di norme fatte e disfatte, di troppe leggi che non producono effetti o che addirittura danno risultati opposti a quelli auspicati”, ha detto il presidente degli artigiani italiani, Giorgio Merletti, chiedendo alla politica di modificare la legge Fornero “che ha aumentato costi e complicazioni a carico delle imprese” facendo aumentare la disoccupazione.
Il risultato delle politiche di questi ultimi anni è che “da novembre 2011 a oggi il sistema produttivo ha perso 60mila imprese, la disoccupazione giovanile è cresciuta di oltre 8 punti, il Pil è calato del 3,4%, la pressione fiscale è aumentata di quasi 2 punti e il credito alle imprese è diminuito di 65 miliardi”.
Merletti se la prende soprattutto con il governo Monti:
“Da novembre 2011 abbiamo avuto 18 mesi di governo tecnico supplente, poi un estenuante stallo alla messicana, uno sterile duello in cui le forze politiche si sono tenute sotto tiro a vicenda”.
Ora, è la richiesta di Confartigianato, la politica deve
“costruire e indicare finalmente un progetto di futuro per il Paese intorno al quale coinvolgere gli sforzi e l’impegno di tutti”.