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Stato “vampiro”: le tasse succhieranno il 45% e più degli stipendi

di Alberto Francavilla |1 Ottobre 2011 10:47

ROMA – Il 45% dello stipendio degli italiani finirà allo Stato nel 2013: lo scrive Roberto Petrini su Repubblica, citando uno studio di Confesercenti. E’ l’effetto dell’aumento delle tasse causato dalla manovra estiva del governo. Il 45% è una media, perché in alcuni casi i contribuenti arriveranno a pagare il 50% e oltre. Basta sommare alle imposte statali quelle locali: Irpef, Ici (sulla seconda casa) e tutto il resto.

I dati citati da Petrini sono in disaccordo con le cifre ufficiali: infatti, scrive il giornalista, “le stime ufficiali parlano di un incremento di circa 1 punto percentuale dal 2010, quando la pressione si collocava al 42,6 del Pil al 2014 quando arriverà al 43,7 per cento”.

Ma uno studio di Confesercenti, dati alla mano, direbbe diversamente: “in realtà la pressione fiscale già nel 2013 raggiungerà, con un salto di 2,2 punti, il record storico del 44,8 per cento, stracciando ampiamente il «primato» segnato durante la rincorsa all’euro di Prodi nel 1997 (quando si toccò quota 43,3 per cento)”.

Questi numeri dicono che siamo il paese europeo con le tasse più alte: già da tre anni, continua Petrini, abbiamo superato la Francia in questa non invidiabile classifica dei Paesi con la più alta pressione fiscale.

La pressione fiscale aumenta anche per la riduzione delle detrazioni: a partire, ad esempio, dal ritorno dell’Irpef sulla prima casa, scrive Petrini.

Dopo l’ondata di aumenti a livello locale delle precedenti manovra, la manovra di agosto inciderà sulle seguenti voci: l’aumento dell’Iva, dell’Irap per banche e assicurazioni, dell’Ires per l’energia, rendite finanziarie, contributo di solidarietà e tassa sui depositi dei titoli di Stato.

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