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Wall Street torna a correre: grazie a Cina e Australia, edilizia e occupazione sempre male

di Maria Elena Perrero |2 Settembre 2010 8:28

Finalmente buone notizie? Il mercato finanziario tira un sospiro di sollievo grazie al manifatturiero. Wall Street accelera, con gli indici in rialzo di oltre due punti percentuali, dopo l’inatteso miglioramento dell’indice Ism (l’Institute for Supply Management) Usa. Il Dow Jones segna un rialzo del 2,22 per cento; il Nasdaq composite del 2,3 e lo S&P 500 2,39.

Sono buone notizie destinate a durare, o è un ennesimo fuoco di paglia alimentato dalla speculazione? Ai posteri, o meglio ai prossimi giorni e mesi, l’ardua sentenza. Intanto sembra una tempestiva e provvidenziale boccata d’ossigeno non solo per il presidente americano Barack Obama, che negli ultimi tempi non se la passava troppo bene presso l’opinione pubblica, ma anche per tutti noi, che non vediamo l’ora di uscire dalla cappa di piombo di questa fastidiosa recessione.

Quel che resta da capire ancora sono i modi della futura e ci auguriamo inevitabile ripresa: se leggete qui sotto, l’edilizia americana continua a andare male (e perché, da noi come va?), l’occupazione peggio, ma gli investitori (speculatori?) puntano su energia, materie prime, impiantistica.

Alla Borsa di New York gli indici guadagnano oltre il 2 per cento, trainati dai segnali di miglioramento dell’attività delle imprese negli Usa e in Cina, e dalla ripresa dell’economia australiana.

Ad andare bene sono soprattutto i titoli energetici, con il petrolio tornato sopra i 74 dollari al barile, quelli delle materie prime in generale e dell’industria. In deciso rialzo anche alcuni titoli finanziari, con Bank of America che segna guadagni superiori al 4 per cento.

A spronare gli indici, come sottolinea il New York Times, sono stati i progressi superiore al previsto del settore manifatturiero cinese e l’espansione dell’economia australiana che hanno fatto tornare la fiducia del mercato sulle sorti dell’economia globale.

In Cina l’indice Pmi è salito a 51,7, mentre la crescita australiana ha segnato un aumento dell’1,2 per cento rispetto al primo trimestre. A imprimere un’ulteriore accelerazione a Wall Street è stato l’inatteso miglioramento del comparto manifatturiero: ad agosto l’indice Ism è salito a 56,3 da 55,5 del mese precedente contro la previsione di un calo a 52,8.

Anthony Chan, economista capo di JP Morgan, spiega che i risultati economici hanno dato ai mercati quella spinta necessaria a segnare i guadagni alla chiusura di mercoledì. “Gli investitori, sottolinea Chan, hanno visto che le due maggiori economie al mondo hanno segnato dei rialzi negli indici delle Pmi, dando respiro ai mercati”.

Il mercato ha così messo in secondo piano le cattive notizie su occupazione e investimenti nell’edilizia residenziale. Stando al sondaggio realizzato da Adp, ad agosto sarebbero stati cancellati altri 10.000 posti di lavoro nel settore privato e ora gli economisti si aspettano che la statistica ufficiale sulla disoccupazione, in calendario venerdì prossimo, segnalerà la perdita di 100.000 posti dopo i 132.000 bruciati a luglio.

Quanto alla spesa edilizia, ha segnato una contrazione più forte del previsto a luglio, con un -1%. Tra i singoli titoli, corrono Caterpillar (+5,16 per cento) e General Electric (+3,73 per cento).

Tra gli energetici, Exxon sale del 2,30 per cento, mentre il colosso dell’alluminio Alcoa guadagna il 3,13 per cento. Bene anche i finanziari con Bank of America (+4,6 per cento) e JPMorgan (+2,56 per cento).

Vola Burger King con rialzi del 9 per cento dopo le voci di trattative in corso con un potenziale acquirente. Alle 18.00 ora italiana, il Dow Jones segna +2,41 per cento a 10.255,77 punti; il Nasdaq composite +2,71 per cento a 2.171,22 punti e lo S&P 500 +2,74 per cento a 1.078,13 punti.

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