GENOVA – Che fine ha fatto Flint, il bellissimo pappagallo che viveva nella Biosfera di Genova, quella disegnata da Renzo Piano? E’ stato portato via da qualcuno, sottratto, all’apice di una vicenda giudiziaria legata a questo simpatico pappagallo conteso “per affetto” tra il proprietario e i dipendenti della società che se ne occupavano finché era una delle attrazioni di quella sfera di vetro costruita vicino al porto che accoglie piante e animali tropicali.
Flint nasce nel 2003, il proprietario è Giulio Salamon, a sua volta capo della Società ornitologica pavese. E’ questa società a dare alla Biosfera di Genova alcuni animali: testuggini, camaleonti, pappagalli. Compreso l’esemplare “cacatua molluccensis” color salmone, sveglio e vanitoso, che spopola per la sua abilità nell’aprire una bottiglietta d’acqua o nel farsi grattare dai turisti. Tutto fila liscio fino al 2006, quando la gestione della Biosfera passa a un’altra società, la Costa Eduitainment. I dipendenti storici a quel punto costituiscono una cooperativa, la Bio Tro, e continuano a prendersi cura di Flint e degli altri animali.
Ma nell’aprile 2010 Giulio Salamon decide di riprendersi il suo pappagallo e con il benestare della Costa ritira il suo Flint. Il motivo? Sembra più che altro per ragioni di affetto: “È nato nell’oasi – spiega Salamon al Corriere della Sera -, l’ho imboccato da piccolo e gli sono molto affezionato. Un pappagallo delle Molucche si relaziona come un cane. Si chiama Flint perché tutti i miei pappagalli hanno nomi di pirati». Ma per i dipendenti della Bio Tro si tratta di una vera e propria sottrazione e la vicenda passa in tribunale. Fino al colpo di scena finale: l’animale è stato portato via dalla casa del veterinario: “Il valore? Due o tremila euro — dice Salamon — ma non è una storia di soldi. I pappagalli vivono tantissimo, anche settant’anni, Flint ne ha una quindicina speriamo sempre di riaverlo qui con i suoi fratelli, Morgan, Drake, Jack”.