Ma quella foto, quel sorriso proprio davanti a un forno acceso, si fa notare mentre sui siti rimbalzano le notizie sui ragazzi uccisi. Tre ragazzi, appunto, tre adolescenti. La foto, Samantha, l’ha scattata giorni fa quando ancora non si sapeva che i tre erano stati uccisi. Ma non per questo è meno potente, meno disturbante, almeno per chi le vicende israelo-palestinesi le segue sui giornali e non dal vivo.
Basta dare un’occhiata al suo profilo Facebook per capire che Comizzoli vive stabilmente nei territori palestinesi e quotidianamente informa sui raid israeliani, sulle vittime palestinesi di quei raid. Un post tra tanti:
Buongiorno dalla Palestina occupata dal mostro nazista israeliano. La notte a Nablus è stata tranquilla, fervono i preparativi per il ramdam. Non si può dire altrettanto di Gaza, nuovamente bombardata. Due martiri, i corpi sono stati portati via a pezzetti.
Ogni giorno ne scrive di simili. Quel gesto, il “3” fatto con le dita, lo spiega così:
1) cercano ci collaborare 2) cercano di controllarti 3) dopo il fallimento delle prime due cercano di distruggerti. Bene, l’avevo messo in conto. Ribadisco che l’azione della Resistenza di rapire i 3 coloni trova il mio pieno appoggio e incalzo pubblicando tutte le foto che trovo in rete di persone che fanno il segno 3 con la mano.
E’ nelle ultime ore però che quella foto accanto al forno inizia a circolare, lei se ne accorge e scrive nuovamente su Facebook: “Domani mi sa che mi faccio fare una foto senza dita :)))))))”.
A lei e a chi la segue quel sorriso accanto a un forno, dedicato a 3 adolescenti che ora si sa che sono stati uccisi, non suona affatto beffardo.