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Da Ruccione la musica di Faccetta nera e Giarabub e anche di Serenata celeste e Buongiorno tristezza

di Marco Benedetto |27 Dicembre 2010 0:44

Mario Ruccione (Palermo, 18 ottobre 1908 – Roma, 15 gennaio 1969) è stato un compositore italiano.

Iniziò giovanissimo – il suo brano Tango madrileno, lanciata da Gabrè, risale al 1926 – e trasferitosi successivamente a Roma, affiancò così la composizione di colonne sonore all’attività di compositore di canzoni: nel corso della carriera ne scrisse 500.

Durante il fascismo musicò canzoni ufficiali di regime: La sagra di Giarabub, per la campagna d’Africa, Camerata Richard, La canzone dei sommergibili, e su tutte Faccetta nera. Scrisse anche teneri e famosissimi brani d’amore, come Serenata celeste, Villa triste – portate al successo tra gli anni quaranta e cinquanta da Oscar Carboni – e la celeberrima Vecchia Roma scritta con Luciano Luigi Martelli e portata al successo da Claudio Villa.

Caduto il fascismo, si precipitò nelle braccia della Chiesa mettendo in musica Bianco Padre, inno della Azione cattolica, che col fascismo non aveva mai avuto buoni rapporti, con parole scritte, altro paradosso della vita, da Guglielmo Giannini, fondatore dell’uomo qualunque e ispiratore del qualunquismo.

Ruccione diede il meglio nelle canzoni mielose degli anni ‘50, come Serenata celeste, arrivando quarto al Festival di Sanremo del ’52 con Madonna delle rose cantata da Carboni, terzo nel 1954 con E la barca tornò sola, cantata da Gino Latilla e Franco Ricci,vincendo nel 1955 con Buongiorno tristezza cantata da Claudio Villa e Tullio Pane, e ancora vincendo nel 1957 con Corde della mia chitarra nel 1957 (eseguita da Villa e Nunzio Gallo).

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