Grillo: i nostri eroi e l’onorevole stipendio. Ghigliottina da 17.500 a 2.500?

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 30 Ottobre 2012 - 15:38 OLTRE 6 MESI FA
Giancarlo Cancelleri, candidato del Movimento 5 Stelle alle Regionali in Sicilia (Foto Ansa)

PALERMO –Riusciranno i nostri eroi miracolosamente eletti in Sicilia ad abbassare lo stipendio dei consiglieri da 17.500 e 2.500 euro? Lo ha detto e non si stanca di ripeterlo: per i deputati siciliani 2500 euro al mese sono più che sufficienti. Giancarlo Cancelleri lo ha sostenuto in campagna elettorale e lo ha ribadito all’indomani dei risultati del voto. Il difficile però viene ora: dirlo ai deputati siciliani.

Scrive Gian Antonio Stella che oggi lo stipendio di un eletto a palazzo dei Normanni può arrivare a 17.476 euro al mese. Netti. Non è questa la media ma il tetto massimo che un onorevole isolano può raggiungere sommando stipendio base ad indennità ed incarichi vari. Ma anche il salario medio di un deputato viaggia ben al di sopra dei 2.500 euro indicati dal candidato del Movimento 5 Stelle.

“Proponiamo una diminuzione per i nostri eletti a 2.500 euro netti al meseha detto Cancellerie il rimborso puntuale per gli spostamenti. Ci aspettiamo che i partiti comprendano la validità della nostra proposta e l’appoggino. Diversamente, se avverrà una levata di scudi trasversale, saremo pronti a dialogare con i cittadini, raccontando che la politica dei partiti non è pronta a rinunciare e a fare sacrifici come dovrebbe fare un buon padre di famiglia”.

Parole dette in campagna elettorale e parole sensate, venate di una punta di populismo ma dal sicuro appeal. Gli stipendi degli eletti al parlamento siciliano, volendosi limitare a questo, sono effettivamente slegati dalla realtà. E ridimensionarli, specie quando la politica chiede sacrifici ai cittadini, e ancor più quando la politica ha sperperato oltre ogni immaginazione, è cosa buona e giusta. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il più classico dei mari.

Caratteristica delle promesse elettorali funzionali solo a conquistar consenso è quella di rimanere lettera morta, relegate nella categoria dei buoni propositi mai realizzati. Altri prima del Movimento 5 Stelle hanno abituato la Sicilia, e non solo, a questo tipo di promesse. E se i grillini, che grillini non vogliono esser chiamati, vogliono provare ad esser davvero diversi, avranno ora l’onere e l’onore di portare quella proposta in quello che orgogliosamente si definisce il più antico Parlamento d’Europa.

E sarà di certo uno spettacolo interessante. Meriterebbero e meriteranno una costante attenzione le facce degli onorevoli siciliani (a proposito, i grillini vogliono eliminare anche il termine ‘onorevole’, riforma certo meno difficile da digerire) quando dovranno esprimere la loro opinione e il loro voto sulla loro riduzione di stipendio. Uno spettacolo tragicomico, una vera e propria commedia all’italiana. E’ difficile immaginare giovani e meno giovani onorevoli siciliani abituati all’auto blu, al denaro, ai privilegi che si trovano, all’improvviso, a dover vivere con 2500 euro al mese. Qualcuno certo avrà dei risparmi su cui contare per sua fortuna e i più giovani, forse, non avranno ancora fatto in tempo ad abituarsi alla bella vita dell’onorevole. Ma per i più sarà una vera e propria tragedia.

Promettono i grillini di portare la loro idea in aula e, qualora i partiti ‘tradizionali’ dovessero osteggiarla, sono pronti a tornare alla piazza per smascherare i politici di professione attaccati ai privilegi. Ma se è facile immaginare che i ‘politici doc’ non sposeranno con gioia la promessa fatta da Cancelleri, possiamo essere davvero certi che i grillini si spenderanno loro per primi per ridurre, a questo punto a se stessi, lo stipendio? Per i prossimi futuri eletti al Parlamento nazionale il megafono Grillo ha promesso, nero su bianco, che lo stipendio sarà di 5000 euro lordi al mese. Il di più verrà restituito allo Stato. Come non è chiaro, ma si tratta di promesse. I grillini siciliani, oltre a raccontarlo ai cittadini, si auto taglieranno lo stipendio se i loro colleghi non faranno lo stesso?

“Voglio vederli, i grillini, il giorno in cui si trovano in mano la busta paga con 15 mila euro netti al mese… Voglio vederli…” ha detto Gianfranco Micciché, navigato politico siciliano che intravede non solo il dramma di coloro che saranno chiamati a votare, forse, la disintegrazione della loro busta paga. Ma degli stessi grillini che si troveranno ora nella condizione di non dover più demolire e demonizzare qualcosa che è altro da loro, ma nella condizione di dover loro rinunciare a qualcosa che hanno appena conquistato. Non saranno un partito e saranno degli attivisti, non saranno nemmeno degli onorevoli ma una cosa è la campagna elettorale e il movimento contro, altro la politica che da stipendio.