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“Nonna ebrea, fuori da partito e Parlamento”. Germania 1938? No, Ungheria 2012!

di admin |27 Luglio 2012 15:14

Csanad Szegedi (primo da sx), eurodeputato Jobbik con una nonna ebrea (Ap-Lapresse)

BUDAPEST – Uno dei leader del terzo partito nazionale rischia l’espulsione perché ha mentito ai suoi colleghi e al popolo. Ha tenuto nascosto che sua nonna era ebrea. La direzione del partito, che deciderà sull’espulsione, è già stata convocata, ma in molti chiedono anche le dimissioni del colpevole dal Parlamento. Germania 1938? No, Ungheria 2012.

Arriva da Budapest questa storia che ha dell’incredibile se non ambientata ai tempi del nazismo. Il protagonista è uno dei leader del partito di estrema destra ungherese Jobbik: Csanad Szegedi. Szegedi rischia il posto perché si è scoperto che sua nonna materna era ebrea, sopravvissuta ad Auschwitz. Il vicepresidente della formazione nazionalista-antisemita, Eloed Novak, ha immediatamento convocato la direzione del partito per decidere sull’espulsione di Szegedi che si vorrebbe costringere anche alle dimissioni da parlamentare europeo. “Szegedi ci ha mentito e non merita il suo posto”, ha scritto Novak su Facebook. Non lo merita perché la nonna era ebrea. Lo stesso Szegedi era infatti all’oscuro della storia: “Non dico che non sono rimasto sorpreso da questa notizia – ha raccontato al quotidiano del partito Barikad – Mi ci vorrà probabilmente del tempo per venire a patti con questi eventi”.

Una commedia, anzi tragedia, recitata da attori pazzi verrebbe da pensare, e invece è il colloquio tra un eurodeputato e il segretario del terzo partito ungherese, forte di quasi il 20% dei consensi, con il primo che dice che avrà bisogno di tempo per venire a patti con l’idea che la nonna era ebrea e il secondo che lo vuole cacciare dal partito e dal parlamento per questo.

Circa un mese fa venne fuori la storia che un deputato ungherese, probabilmente del partito Jobbik, si era sottoposto a un test del dna per dimostrare la sua “purezza etnica”, ovvero di non essere né rom né ebreo. E se fosse stato proprio Szegedi?

In Ungheria, forse, non si stupiranno tanto per questi fatti. Il paese sta infatti assurgendo al ruolo non felice di laboratorio di una possibile deriva autoritaria in Europa, con il premier Viktor Orban già sotto osservazione per le sue misure liberticide verso stampa e magistratura. Ma se anche l’opinione pubblica di Budapest dovesse rivelarsi poco attenta a questa storia, essendo Szegedi un parlamentare europeo, è compito dell’Europa stessa spiegare a questi signori che, oltre essere un filo anacronistici, è inaccettabile che un membro del Parlamento Europeo rassegni le sue dimissioni sulla base di logiche razziali. Se non si è in grado di affermare nemmeno questo basilare diritto, il problema europeo non è lo spread ma, citando Carlo Verdone, “sono le basi del mestiere” che mancano.

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