Letta, Marino, Alemanno i fuochisti, del fumo negli occhi Olimpiadi 2024

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 9 Settembre 2013 - 14:54 OLTRE 6 MESI FA
Olimpiadi Tokyo 2020

A Tokyo si festeggia per le Olimpiadi del 2020 (foto Lapresse)

ROMA – Ha vinto Tokyo, viva Roma. Per la logica secondo cui non si tengono consecutivamente due Olimpiadi nello stesso continente, l’assegnazione dei Giochi 2020 alla capitale giapponese ha aperto la strada alla candidatura della città eterna per quelli successivi in programma nel 2024. Ed è bastato che il premier Enrico Letta annunciasse la volontà di riportare le Olimpiadi in Italia per trovare schiere di entusiasti sostenitori, da Ignazio Marino a Gianni Alemanno sino a Roberto Maroni. Tutti pronti a brindare all’idea, ma altrettanto pronti a trasformare l’euforia in guerra di campanile, in un derby Roma – Milano che vede favorita la Capitale ma che nulla ha in comune con lo spirito olimpico né tantomeno con l’unità necessaria ad un Paese che vuole ospitare ed organizzare un evento come i Giochi Olimpici.

Appena un anno fa o poco più, l’allora governo Monti, aveva ritirato la candidatura di Roma per i giochi del 2020. Candidatura fortissimamente voluta dal sindaco Alemanno e giudicata non sostenibile in un momento di crisi economica. Decisione sofferta ma sostanzialmente condivisa dal Paese e anche da quegli stessi amministratori che oggi si sono riscoperti “ultras” dell’Olimpiade. Le cose cambiano, è vero. Ci sono segnali di ripresa, c’è la concreta speranza che tra quattro anni, quando i Giochi 2024 saranno assegnati e la città chiamata ad organizzarli dovrà cominciare a spendere per attrezzarsi, le condizioni economiche dell’Italia saranno diverse da oggi.

Ma è anche vero che, come scrive Paolo Conti sul Corriere della Sera, se Roma si vuole candidare, occorre per Roma un progetto serio. E’ la Capitale una città afflitta da mille problemi, dalle buche divenute ormai parte del panorama urbano a tutti i problemi di mobilità interna e di trasporto pubblico. I Giochi sono certo un’occasione per rilanciare l’economia e dare un volto migliore alla città che le ospita. Ma sono anche, se non ben gestite, un pericoloso esborso per chi le vuole organizzare. L’esperienza di Atene e della Grecia, con i Giochi che hanno pesato e non poco sulla fragile economia ellenica ante-crisi, così come la pessima gestione dei mondiali di calcio del 1990 svoltisi proprio in Italia stanno li a dimostrarlo.

Ma prima ancora di dubbi economici, si legga l’elenco, il manifesto di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera e ci si ponga il problema della decenza. Il giornalista ricorda le piscine per i mondiali inutilizzate e da buttare, l’indecente trasporto pubblico nella capitale, la pulizia delle strade sotto standard europei e occidentali, la babele degli appalti e dei lavori, la metà del sistema viario da rifare senza buche, l’inesistenza di un luogo dove smaltire i rifiuti, i lerci carri bestiame del trasporto pendolari…Girare oggi per Roma, Roma amministrata per cinque anni d Alemanno e ora sindaco Marino, è girare per una città in decadenza: nessuna o quasi manutenzione, degrado di ogni servizio pubblico e di ogni pubblico spazio. Conclude Battista: “Dove i legge Roma si può leggere anche Milano..”. Si può anche leggere Italia, un paese pronto  buttare con l’Olimpiade 2024 o con la semplice candidatura ad ospitarla, fumo negli occhi. Negli occhi di se stesso.

Se da una parte si è cominciato a discutere della capacità, della possibilità, dell’utilità e della fattibilità di candidare Roma quale città ospitante, ancor più veloce a nascere è stata la polemica Roma – Milano. In una breve cronistoria degli eventi, dopo l’incoronazione di Tokyo avvenuta a Buenos Aires e, soprattutto, dopo le parole del premier Letta: “Possiamo candidarci seriamente a ospitare le Olimpiadi del 2024. La considero una delle cose fattibili, che dobbiamo fare. Il nostro è un Paese straordinario, ci impegniamo tutti, ma se abbiamo delle scadenze ci impegniamo meglio”, immediato è arrivato il plauso, anzi il tifo, da destra e sinistra. Seguito a ruota dalla divisione delle rispettive “curve”: il sindaco Marino da una parte e il governatore Maroni dall’altra, pronti a rivendicare la capacità delle loro rispettive città. Il tutto in attesa di progetti e valutazioni concrete che, al momento, non esistono.

Per il primo cittadino di Roma la Capitale è pronta per i Giochi: “Ci sono le condizioni per candidare Roma ad ospitare i Giochi poiché la città possiede i requisiti. Chiederò presto un incontro al premier Letta e al Presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ho già chiamato al telefono a Buenos Aires”. Con un tweet è arrivato l’appoggio del presidente della Regione Lazio, Zingaretti: “Pronti con il sindaco Marino e al fianco di Roma per le Olimpiadi 2024, l’anno giusto per vincere”.

Più a Nord, in Lombardia, non si è fatta attendere la voce del governatore Maroni: “Le Olimpiadi potrebbero essere una straordinaria occasione per Milano se deciderà di candidarsi. Ne parlerò col sindaco Pisapia nei prossimi giorni: gli chiederò di avanzare la candidatura milanese”. Intenzione anticipata da Antonio Rossi, olimpionico ora assessore in regione Lombardia: “Anche Milano può avere le sue carte per candidarsi alle Olimpiadi del 2024”.