Legge elettorale e Corte Costituzionale, la Lega non ama il cavillo

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 16 Gennaio 2020 - 21:51 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini, Ansa

Matteo Salvini (foto Ansa)

ROMA – L’inammissibilità da parte della Consulta del quesito referendario in materia elettorale proposto dalla Lega, ha scatenato le reazioni scomposte dei leghisti, dimostrando che Il populismo in fondo è questo. Aizzare il “popolo sovrano” contro i soliti poteri “forti”, “comunisti”, “globalisti” e cosi via.

La proposizione dei quesiti referendari era una evidente provocazione finalizzata solo a questo. Scatenare gli istinti del “popolo” per trarne vantaggio elettorale. I proponenti non potevano non sapere che la “normativa di risulta”, per costante orientamento della consulta, deve essere auto applicativa.

Era eccessivamente manipolativo quel Quesito. La richiamata Delega al Governo per la ridefinizione dei collegi, era il mezzo, nelle intenzioni della Lega, per rendere immediatamente “auto applicabile” la “norma di risulta”. Tuttavia, questa non poteva operare perché la funzione legislativa può essere delegata al Governo solo con una Legge formale e non con una Legge delega. Ma per la Lega questi sono solo “cavilli” “contro il popolo sovrano”. Cavilli di cui naturalmente non sanno nulla.