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Il Bitcoin: ovvero il niente

di Gianluca Pace |12 Dicembre 2017 14:05

Il Bitcoin: ovvero il niente

Il Bitcoin: ovvero il niente

ROMA – “Bitcoin: ovvero il niente”, questo il titolo di un articolo pubblicato da Giuseppe Turani anche su Uomini e Business.

Esiste davvero una sorta di febbre da Bitcoin. Io stesso riceverò almeno dieci proposte al giorno per comprare esemplari di questa valuta. E in ogni caso mi si prospettano guadagni favolosi, tali da risolvermi la vita.

Che si tratti di una truffa è più che ovvio. Come è ovvio che un sacco di gente ci stia cascando.

Il Bitcoin, infatti, non è niente. E’ una criptovaluta, generata da un programma di computer avviato anni fa da un anonimo che si cela dietro un nome giapponese. Dietro il Bitcoin non esiste uno Stato o una banca centrale. Non  esistono attività di alcun tipo. Non c’è assolutamente niente. Solo un programma di computer.

E la criptomoneta non serve a niente. Non potete andare dal macellaio a comprare un filetto o dalla Rolls a comprare un’auto.

Ma che cosa si fa allora con il Bitcoin? La stessa cosa che potete fare con le figurine Panini: si comprano e si vendono fra appassionati. E così il prezzo sale. Gli esperti prevedono che nel 2022 salterà tutto per aria e gli ultimi che avranno comprato Bitcoin si accorgeranno di non avere in  mano niente. Perderanno tutto. Esattamente come è successo con altre speculazioni anni fa.

Naturalmente, c’è chi crede invece (e fra questi ci sono un po’ di esperti e qualche banca d’affari) che alla fine il Bitcoin avrà libera circolazione e diventerà una moneta corrente.

Il perché è molto semplice. Le valute ”normali” sono controllate dalle banche centrali e sono sottoposte a regole rigide: alle spalle, per avere valore, devono avere una buona economia. Il Bitcoin, invece, è “libero”. E quindi potrebbe funzionare come moneta di riserva nei casi in cui la valuta ufficiale fosse razionata o difficile da raggiungere (crisi greca, crisi di Cipro, ecc.).

Oggi un Bitcoin dovrebbe valere fra i 15 mila e i 20 mila dollari, secondo quelli che lo maneggiano (la moneta è molto concentrata in poche mani). Ma resta il fatto che non troverete nessuno al mondo che vi darà 15 mila dollari per un Bitcoin. Accade invece il contrario: e cioè che vi vengano chiesti 15 mila dollari per comprare un Bitcoin. Dopo di che non avrete in mano niente, ma solo l’indirizzo di un deposito segreto dove potrete custodire i vostri preziosi Bitcoin.

Una follia. Però la febbre da criptovaluta si va allargando. E questo insegna che la speranza di facili e immediati guadagni non muore mai.

A Torino alcuni, più avanti degli altri, hanno anche installato dei vecchi bancomat, dove mettete dentro soldi e in cambio ricevete Bitcoin (cioè l’indirizzo Internet dove sono custoditi i vostri). E c’è gente che va lì e lascia giù soldi veri in cambio di un indirizzo Internet. Sembra che l’iniziativa sia stata allargata a altre città.

Il Bitcoin, insomma, si fa strada. Il niente fa proseliti.

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