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Manovra, la Commissione “abbocca” alla proposta di Giuseppe Conte

di Carlo Luna |19 Dicembre 2018 11:46

Manovra, la Commissione "abbocca" alla proposta di Giuseppe Conte (foto Ansa)

Manovra, la Commissione “abbocca” alla proposta di Giuseppe Conte (foto Ansa)

ROMA – Conto alla rovescia per la manovra economica del governo, con i due vice presidenti del Consiglio che si contendono la realizzazione delle loro smodate promesse elettorali. Purtroppo (o, meglio, per fortuna) c’è l’Europa che si è messa di traverso con l’assurda pretesa di far rispettare le regole.

Operazione che con grillini e leghisti è praticamente impossibile. Loro le regole se le fanno da soli e, ovviamente, non rispettano nemmeno quelle. Tuttavia, se non ci saranno colpi di scena, la procedura d’infrazione contro l’Italia sarà annullata. Ha giocato a favore l’unica vera novità da parte nostra: la Web Tax. Farà pagare a Google e agli altri colossi informatici una sacrosanta tassa sugli enormi profitti che realizzano anche in Italia. Per il resto rinvii e promesse tutte da verificare. L’Europa aveva chiesto maggiori tagli e il governo italiano propone di compierli con la “spending rewiew”, cioè di portare a casa un piano di razionalizzazione e diminuzione della spesa pubblica. E’ una pia illusione. In aggiunta il Ministro dello sviluppo economico s’è impegnato a realizzare nel 2019 “un’operazione massiccia di privatizzazione del patrimonio pubblico”.

Per il quotidiano economico Sole 24 Ore si tratta “di un miraggio o poco più”. “Da anni si prova a dismettere parti rilevanti del patrimonio immobiliare pubblico, con risultati molto distanti dagli obiettivi di partenza”. Quello in carica sarà pure “il governo del cambiamento” ma cambia soprattutto le carte in tavola. Cirino Pomicino, pittoresco ministro andreottiano, ha spiegato in un’intervista perché, anche in quest’occasione, il fallimento è assicurato: ”Le dismissioni demaniali annunciate periodicamente in pompa magna da quasi tutti i governi non sono mai riuscite”.

“Perché? Semplice: perché è impossibile dare un prezzo a beni inutilizzabili nelle loro caratteristiche storiche se non si garantisce a chi li compra la possibilità di farne ciò che vuole. Una vecchia caserma vale zero, se non si permette all’acquirente di trasformarla in un albergo, in un supermercato, in un multisala. E anche se glielo si permettesse (mettendo miracolosamente d’accordo la sfilza di enti, locali e non, in grado di porre veti) i costi di ristrutturazione deprimerebbero il valore conseguibile con la vendita. Tanto più in un paese che ha da anni introdotto una tale pressione fiscale sulla rendita immobiliare da schiacciarla a irrisori rendimenti dell’1-1,5% all’anno.

E dunque? Dunque saranno un flop anche le annunciate privatizzazioni immobiliari gialloverdi”. E’ Natale e i commissari di Bruxelles sono più comprensivi. Inoltre stanno tutti per scadere, perché a maggio 2019 ci saranno le elezioni. Una volta ufficializzata l’intesa verrà salutata da Lega e M5S con tweet di gioia e nuove promesse al popolo. Intanto portano a casa (Giorgetti) il forte ridimensionamento del CONI e il ritorno dello “Sport di Stato”, com’era ai tempi del fascismo. Salvini inoltre gratifica gli italiani di una promessa esaltante «Siamo più forti la Mafia verrà cancellata tra qualche mese o qualche anno”. Toninelli fa scuola….

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