Crisi di Governo, M5s ce la mette tutta. Lo scherzo dei Servizi fa saltare i nervi

di Bruno Tucci
Pubblicato il 2 Settembre 2020 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA
Crisi di Governo (nella foto Giuseppe Conte), M5s ce la mette tutta. Lo scherzo dei Servizi fa saltare i nervi

Crisi di Governo, M5s ce la mette tutta. Lo scherzo dei Servizi fa saltare i nervi

Si salvi chi può. Il governo è alle strette e qualcuno commenta: “Siamo alla frutta”.

Dario Franceschini, il capo delegazione del Pd annuncia: “ Non ci sono altre alleanze in questa legislatura”. Renzi incalza. “Il Conte due è finito”. Insomma, siamo alla vigilia di una crisi? Probabilmente no. Il 20 settembre gli italiani andranno alle urne in sette regioni e si voterà pure per il taglio dei Parlamentari.

Quindi, tutto è rimandato a dopo questa votazione. Se il centro destra dovesse stravincere, forse Conte dovrà battere in ritirata. I sintomi di un forte mal di pancia si sono avuti nella giornata di ieri. Cinquanta Grillini si sono schierati contro il Governo perché era stato rinnovato l’incarico ai vertici dei Servizi Segreti con un decreto rimasto nel cassetto per molto tempo. Il decreto di nomina è arrivato con tanto ritardo alla Camera e si è scatenato il putiferio.

Crisi, 5 stelle scatenati

Il can can non lo hanno suonato i rappresentanti dell’opposizione (il che sarebbe comprensibile), ma un folto gruppo di 5Stelle, cinquanta per l’esattezza, che hanno tuonato quando il Governo, temendo imboscate, ha posto la fiducia. La bagarre è continuata per diversi minuti e il commento più acido è quello della Grillina Francesca Dieni: “Sono contrariata. Dov’è finita la democrazia?” La destra, naturalmente ha gongolato e Matteo Salvini non è potuto rimanere in silenzio: “Mettono la fiducia perché si stanno scannando”.

Non c’è dubbio che ieri la poltrona di Giuseppe Conte ha ballato parecchio. “Siamo stati ad un passo dalla crisi”, commenta un esponente del Pd che preferisce l’anonimato. Proprio nel partito di Zingaretti la confusione è grande. Non solo per quel che è accaduto ieri, ma per tutto il contesto politico.

Pensate: è pericolante anche la maggioranza in Toscana, una regione “rossa per antonomasia”. Si cerca un denominatore comune, però ancora non si è trovato e così si rischia di cedere il potere ad un centro destra quasi incredulo se tutto questo si verificasse.

Gli accordi con i 5Stelle per le regionali sono in alto mare per non dire che sono naufragati. Pure in Puglia il governatore Michele Emiliano è in dubbio perché gli ultimi sondaggi danno in testa, sia pure se di poco, il suo avversario, Raffaele Fitto che su quella poltrona ha seduto dal 2000 al 2005.

Sul referendum c’è crisi di rapporti

Nemmeno sul referendum e quindi sul taglio dei Parlamentari (la grande battaglia dei Grillini), esiste uno straccio di accordo fra il Pd e i 5Stelle. Molti deputati sono per il no, Romano Prodi lo ha dichiarato apertamente e di recente gli stessi giovani del Pd si sono detti contrari. Se è proprio la new generation a dire di no, allora il problema si pone con tutta evidenza.

Il governo è spaccato e nemmeno Renzi, con la sua Italia Viva, gli sta dando una mano. E’ sempre tra il si e il no, si vuol tirare la giacchetta e nemmeno quando ha ottenuto questo risultato, la sua posizione è chiara.

Tutti in piazza, allora, il 12 settembre. Destra e sinistra schierati l’una contro l’altra per far valere le proprie ragioni. Quali se neanche loro sanno come proporsi?

La verità è che in questa confusione che si protrae senza sosta ogni giorno il cittadino, l’elettore appare fortemente disorientato. Titola questa mattina un giornale: “Cercasi classe dirigente disperatamente” Gli si può dar torto?