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Elezioni europee, Renzi teme la ghigliottina del 4%, Salvini può perdere tutto

di Bruno Tucci |21 Aprile 2024 1:04

Matteo Renzi

Davvero queste elezioni europee di giugno diventeranno uno spartiacque non solo per i partiti politici, ma anche, e forse soprattutto, per gli uomini o le donne che li dirigono. Sarà una caccia spietata al voto, un tutto contro tutti: mors tua vita mea. Ecco perché si cercano personaggi che possano far raggiungere quel quattro per cento per poi sedersi comodamente a Bruxelles. Nessuno pensa davvero come si potrà cambiare al meglio il vecchio continente, come chi lo rappresenta possa dare un contributo di idee tale da rivoluzionare l’assetto attuale.

E’ una questione di sopravvivenza per cui ogni azione è lecita pure se in questo modo la politica rischia di morire. Gli ultimi sondaggi curati dal “signore che se ne intende” (al secolo Nando Pagnoncelli) parla piuttosto chiaro. Bisogna fidarsi ciecamente? Chissà?

Però, per il momento,  sono numeri da tener presenti. I più chiacchierati sono i candidati con l’acqua alla gola ragione per cui anche un solo voto può voler dire salvezza. Chi, ad esempio? Il personaggio più ricorrente è Matteo Renzi, l’ex presidente del Consiglio che rischia un flop definitivo. Ha cercato aiuto alleandosi con Emma Bonino, ritiene che qualche voto potrà sottrarlo ai dem di un tempo (leggi democratici cristiani) i quali non vedono l’ora di far saltare il banco e dare il benservito a Elly Schlein.

Non sarà un compito facile, Renzi lo sa, ma tentare non nuoce. Per cui non manca giorno che cerchi un appiglio per attaccare gli avversari. Primo fra tutti, quel Carlo Calenda con il quale aveva cercato di creare un terzo polo andato in frantumi immediatamente dopo la sua nascita. Calenda, invece, si fa forte di una squadra che ritiene fondamentale per il futuro dell’Europa e si dice ottimista (beato lui, dicono coloro che lo sfottono). 

C’è poi la squadra di Fratojanni-Bonelli che cerca in tutte le maniere di superare quel famoso scoglio del quattro per cento. E, allora, ecco la mossa di candidare Ilaria Salis, detenuta in Ungheria ed apparsa in tv con manette e catene, nemmeno fosse un cane che potesse sfuggire. La trattativa è stata lunga: prima ci ha provato il Pd senza riuscirci; poi la sinistra più estrema a cui il padre di Salis ha risposto si. Porterà voti la giovanotta?

Chi scoprì Aboubakar Soumahoro ci prova oggi con la detenuta reclusa a Budapest. La prima operazione non andò bene come molti ricorderanno. Ma il duo Alleanza Verdi e Sinistra ha un estremo bisogno di preferenze che possano aprirle la strada per Bruxelles. Poco importa se poi la Salis non sarà una protagonista del Parlamento di cui farà parte. Essenziale per loro è riuscire ad entrare in quel team senza la paura di rimanerne fuori. Già in Italia la situazione non è idilliaca per il partito; se poi anche in Europa dovesse andar male…

Ma i grattacapi maggiori li ha Matteo Salvini perché queste elezioni potrebbero rappresentare per lui il de profundis. Il nemico da combattere è un alleato (pensate un po’ dove può arrivare la politica). Proprio quel Forza Italia con cui il leader del Carroccio governa.

Con la morte di Silvio Berlusconi molti pensavano che i berluscones sarebbero scomparsi. Invece, con Antonio  Tajani nuovo segretario, i sondaggi hanno continuato a volare. Ci sono dieci punti e più in favore della destra europeista e più moderata. Se questo distacco dovesse ripetersi a giugno, la poltrona da leader di via Bellerio traballerebbe paurosamente. Nella Lega non sono pochi gli esponenti che vorrebbero un cambio della guardia. Si deciderà al congreso che si terrà a settembre.

Matteo sente tremare la terra sotto i piedi e proprio per questo è alla ricerca disperata di un quid che possa salvarlo. Ecco allora presentarsi la carta del generale Roberto Vannacci. E’ lui l’uomo che possa lanciargli la ciambella di salvataggio? I rumor e i social impazzano ogni giorno alla ricerca della verità che verrà svelata soltanto dopo il nove giugno.

 

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