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Inpgi? Deve pagare le pensioni, non tagliarle

di admin |7 Ottobre 2015 20:41

Inpgi? Deve pagare le pensioni, non tagliarle

ROMA – L’Inpgi ha il compito di pagare le pensioni e non di tagliarle. L’ente di previdenza dei giornalisti non ha fra le sue prerogative quelle di prendere provvedimenti che spetterebbero al legislatore (Parlamento, governo): sono questi in sintesi i motivi per cui Franco Abruzzo, a nome dei giornalisti pensionati di Roma, diffida i Ministeri del Lavoro (guidato da Giuliano Poletti) e dell’Economia (guidato da Pier Carlo Padoan) ad approvare la delibera Inpgi del 27 luglio 2015 sul prelievo forzoso sulle pensioni, ovvero sul contributo di solidarietà. Questa la lettera che Abruzzo ha inviato ai due ministeri:

INSURREZIONE IN DIFESA DELLA LEGALITÀ. I GIORNALISTI PENSIONATI DI ROMA diffidano i Ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia) ad approvare la delibera INPGI n. 24 del 27/7/2015 riguardante anche il prelievo forzoso (cosiddetto contributo di solidarietà) sulle pensioni in essere dei giornalisti perché affetto da plateali violazioni di legge e da vizi di legittimità. “La decisione è arbitraria, perché l’INPGI non ne ha titolo in quanto il suo compito è di pagare le pensioni e non di tagliarle, sostituendosi in tal modo al legislatore; perché senza autorizzazione legislativa a monte; e perché in contrasto con gli art. 3 e 53 della Costituzione (sentenza 116/2013 della Consulta)”.

ASSEMBLEA GENERALE DEI GIORNALISTI PENSIONATI DI ROMA – Alla Direzione generale del Ministero dell’Economia Alla Direzione generale del Ministero del Lavoro.

OGGETTO: diffida ai ministeri vigilanti (ministero del lavoro e ministero dell’economia) ad approvare la delibera INPGI n. 24 del 27/7/2015 riguardante anche il prelievo forzoso (cosiddetto contributo di solidarietà) sulle pensioni in essere dei giornalisti perché affetto da plateali violazioni di legge.

I giornalisti pensionati di Roma, riunitisi in Assemblea martedì 7 ottobre 2015 nella sede della Federazione della Stampa Nazionale in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 349, al termine di un ampio e approfondito dibattito, ha approvato il seguente documento:

“Preso atto dell’attuale situazione dell’INPGI e delle decisioni adottate nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 27 luglio u.s. riguardanti la riduzione forzosa delle pensioni dei giornalisti italiani (peraltro, effettuata senza considerare le differenze contributive alla base della loro composizione) ne contesta i contenuti per plateali violazioni di legge e per vizi di legittimità alla luce delle seguenti considerazioni:

1. La decisione è arbitraria, perché l’INPGI non ne ha titolo in quanto il suo compito è di pagare le pensioni e non di tagliarle, sostituendosi in tal modo al legislatore; perché senza autorizzazione legislativa a monte; e perché in contrasto con gli art. 3 e 53 della Costituzione (sentenza 116/2013 della Consulta);

2. L’imposizione non ha tenuto conto, altresì, del fatto che a partire dal 2011 i pensionati INPGI sono soggetti al blocco della perequazione con effetti dannosi, attuali ed emergenti, che hanno consentito all’Istituto di risparmiare sulla erogazione delle pensioni incamerando – ad oggi – circa 20 milioni di euro; peraltro, un blocco di dubbia legittimità;

3. Dal 1° gennaio 2014 circa mille giornalisti pensionati di tutta Italia sono già soggetti al taglio delle pensioni sopra i 91.250 euro lordi annui, in base alla Legge 147/2013: tale legge resterà in vigore fino al 31/12/2016 mentre l’INPGI, arbitrariamente, con la delibera in questione ne ha stabilito il prolungamento fino al 31/12/2021, con ciò sostituendosi illegittimamente a Governo e Parlamento;

4. Per risanare il bilancio dell’Istituto, nel corso degli anni passati il Consiglio di Amministrazione dell’INPGI avrebbe dovuto e potuto trovare strade alternative, quali in particolare:

a. Chiedere al Governo e al Parlamento di sgravare interamente l’Istituto dai compiti assistenziali ad esso assegnati e diligentemente svolti, separando la funzione previdenziale da quella assistenziale (che nel solo 2014 ha rappresentato un onere di oltre 40 milioni di euro per le sue casse), oltre ad una revisione della anomala e squilibrata tassazione in vigore che strangola l’INPGI;

b. Avviare un’azione sistematica, sull’intero territorio nazionale, volta al recupero dei contributi INPGI dovuti dagli oltre 15 mila giornalisti oggi impiegati negli Uffici Stampa di soggetti pubblici e privati, che rappresentano una rilevantissima perdita di introiti per l’Istituto stesso.

L’Assemblea dei giornalisti pensionati di Roma segnala con diffida queste plateali violazioni di legge e tali arbitrarie decisioni del Consiglio di Amministrazione dell’INPGI ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia, incaricati di verificare sotto il profilo normativo e legale la Delibera n. 24 assunta dal Consiglio il 27 luglio 2015.

L’Assemblea dei giornalisti pensionati di Roma, per i motivi sopra menzionati, chiederà all’INPGI l’immediato ritiro in autotutela della Delibera n. 24 del 27 luglio 2015, considerandola non conforme al quadro costituzionale e in aperto contrasto con la legge istitutiva e lo Statuto dell’Istituto”.

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