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Bassetti, l’italiano del remdesivir, replica all’OMS: da noi funziona

di Franco Manzitti |17 Ottobre 2020 12:52

Bassetti, l'italiano del remdesivir, replica all'OMS: da noi funziona

Bassetti replica alla OMS sul Remdesivir e lancia un appello: “Coprifuoco subito”.

Matteo Bassetti, il direttore della Clinica delle Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, una delle star tv di questi tempi da pandemia, non si scompone. Né davanti agli studi scientifici che mettono in discussione il Remdesivir, farmaco da lui importato in Italia per primo. Né davanti alle accuse di essere un negazionista, travolto oggi dalla curva in salita dei contagi.

Con Blitzquotidiano il professore replica allo scoop del Financial Time che ha “sparato” sulle sue pagine uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo il quale i risultati di una analisi su 405 ospedali in 30 paesi del mondo su 11.266 pazienti adulti e affetti da Covid dimostrerebbero la quasi irrilevanza del Remdesivir nell’incidere sulla mortalità.

Bassetti, col remdesivir in Italia fu il primo

Bassetti in marzo è stato il primo a far “importare” questo farmaco in Italia e a ottenere i permessi, prima sperimentali poi definitivi per somministrarlo. Lo aveva giudicato molto importante nella cura dell’infezione.

I fatti gli avevano dato ragione. Il Remdesivir è stato “promosso” a pieni voti da Anthony Li Fauci, il virologo di fiducia di Donald Trump. Ed è stato somministrato sia al presidente americano, sia a Silvio Berlusconi, ambedue guariti.

“ Ho partecipato anche io a quello studio dell’OMS, di cui scrive il giornale inglese. E so che si tratta di un progetto di analisi dal titolo Solidarity Theurapeutics Trials. Che è ancora in corso.

“Sul Remdesivir e sugli studi a proposito della sua efficacia – avverte Bassetti – bisogna andarci con i piedi di piombo. Ma non si possono non citare numerosi studi scientifici a livello mondiale che ne confermano l’efficacia. C’è un primo studio, pubblicato su New England, la più prestigiosa rivista medica al mondo. Poi c’è una serie di studi recenti, molto prestigiosi di Fb ed Ema negli Stati Uniti. Pubblicati nel maggio scorso. Esaminano positivamente l’azione del farmaco.”

Bassetti: lo studio dell’OMS non è ancora completato

Secondo Bassetti lo studio dell’Oms non è ancora completato, è una analisi ancora a metà. “Non voglio credere che si possano già trarre delle conclusioni definitive. Ci sono state molte referenze positive….Dire oggi che Remdesivir non funziona è come annunciare che a Natale ci sarà certamente un nuovo lock down. Troppo presto e prima che l’analisi sia stata completata”.

“ Come si fa a bocciare una medicina con la quale hanno trattato negli Usa Trump e in Italia Silvio Berlusconi?”, aggiunge il virologo genovese. “Personalmente ho anche verificato i suoi effetti positivi in un situazione di “doppio cieco”, cioè quando sia il paziente che il medico ignorano gli effetti della somministrazione. Non ci resta che aspettare gli esiti di tutta l’analisi…….”

“Il Remdesivir è efficace se viene usato nelle fasi iniziali della malattia”, ricorda ancora Bassetti.

Dall’America esperiene positive sul remdesivir

Un altro studio americano nella primavera scorsa aveva specificato che l’uso della medicina in questione aveva ridotto la degenza da 14 a 11 giorni. Dopo la somministrazione a Trump le richieste sul mercato erano state tanto forti da “prosciugare” le scorte in Europa.

Bassetti non si è mai risparmiato giudizi e opinioni sull’ andamento della pandemia e sulle misure per contrastarla. Passando spesso per “ottimista” o addirittura per “negazionista”. Ora, di fronte al boom dei casi negli ultimi giorni, lancia un appello: “Bisogna varare dei coprifuoco anche locali, impedendo la circolazione delle persone tra le 22 della sera e le 6 di mattina. E’ una delle misure di contenimento necessarie di fronte a queste cifre.”

Come mai il professore che era così “positivo” sull’andamento dell’infezione fa questa apparente “retromarcia”, invocando chiusure secche? “ Non sono un negazionista, non lo sono mai stato. Sono piuttosto un realista. A marzo e aprile c’era una situazione di totale emergenza che ci ha impegnato severamente. A giugno e luglio sembrava che il virus fosse scomparso. Poi è ripartito tutto: ora affrontiamo una curva che va contrastata…Se chiudiamo tutto otto ore al giorno, limitiamo i passaggi dell’infezione.”

Nuova ondata colpa dell’autunno

Ma un virologo sempre sulla barricata come spiega un boom così improvviso e non poteva essere evitato? “ Ci aspettavamo una ripresa e ci preparavamo, ma anche io non pensavo che fosse così rapida e vertiginosa. Molti hanno abbandonato le precauzioni e le difese e poi il clima è cambiato repentinamente: è arrivato il freddo, il maltempo, ci siamo rinchiusi nelle case….”

Bassetti ammette: “Non mi aspettavo questo, secondo me i numeri di oggi erano prevedibili a metà novembre, fra un mese….Ma questo non fa cambiare le mie idee.

Bisogna stringere le difese subito. Per questo i coprifuoco serali e notturni possono essere molto importanti da subito. Un po’ come ha fatto il Comune di Genova in alcune zone della città.”

Sbagliato pensare che sarà peggio della spagnola

Il direttore della Clinica genovese fa anche parte dell’ ”Unità di crisi” della Regione Liguria e in questa veste respinge le visioni più pessimiste: “Non bisogna essere catastrofisti, pensare che sarà peggio della Spagnola.

Bisogna lavorare per imporre l’uso della mascherina a tutti e soprattutto ai ragazzi. Bisogna impedire gli assembramenti. Bisogna lavorare per impedire che si debba ricorrere a un altro lock down. Questa è la vera catastrofe. Oltre a quello sociale ci sarebbe anche un lock down sanitario, con la difficoltà a curare tutte le altre patologie, che non sono certo sparite. Anche nella mia Clinica ci sono altri virus, altre infezioni che vanno curate. Guai a paralizzare tutto di nuovo!”

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