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Giuseppe Turani: “Germania troppo risparmiosa, potrebbe aiutarci tutti”

di Daniela Lauria |14 Maggio 2015 1:48

Angela Merkel

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche sulla rivista Uomini & Business col titolo: “Tedeschi troppo risparmiosi”

La Germania potrebbe aiutare tutta l’Europa, e un po’ anche il resto del mondo, in una maniera molto semplice. E, soprattutto, che non comporta che i tedeschi spediscano miliardi verso i paesi in difficoltà. L’aspetto paradossale è che i tedeschi potrebbero aiutare gli altri semplicemente decidendo di vivere meglio loro stressi.

Oggi la Germania è una nazione abbastanza austera. I lavoratori sono pagati bene e i servizi funzionano. Ma potrebbero stare tutti meglio e in più dare un mano a quelli che non stanno così bene.

Il paradosso è facilmente spiegabile. I dati da tenere presenti sono due. L’anno scorso il bilancio pubblico tedesco si è chiuso con un avanzo dello 0,6 per cento: la Germania, cioè, ha speso meno di quanto ha incassato con le imposte.

E su questo punto persino il Fondo monetario internazionale (che a tutti gli altri paesi raccomanda ogni giorno di non essere spendaccioni) prega Berlino di essere un po’ più di manica larga, di spendere, insomma. Strade, scuole, ospedali, informatica. L’importante è che i tedeschi si mettano a spendere.

Perché il Fondo monetario dà questi consigli? Per due ragioni. La prima è che la Germania i soldi li ha. Non c’è alcun bisogno che chiuda il bilancio addirittura in attivo. Può andare in pari o anche leggermente in rosso. In questo modo, però, la Germania finirebbe per aiutare gli altri: più soldi spendono i tedeschi, meglio va l’economia dei fornitori della stressa Germania (fra i quali ci siamo anche noi). Vi comportate come un  ricco signore avaro, dice in sostanza il Fondo monetario internazionale: avete il portafoglio pieno, passate davanti ai negozi, ma non comprate niente. E questo non fa bene all’economia europea e mondiale.

Il secondo punto è ancora più spinoso (e il Fondo monetario è ancora di più arrabbiato). Poiché la Germania è un paese ben gestito e poiché fa dei buoni prodotti (basti pensare alle auto), accade che ormai regolarmente (da ben 7 anni) esporti molto di più di quello che importa. La differenza fra esportazioni e importazioni è, a favore della Germania, dell’8 per cento o anche di più. Le regole europee stabiliscono che questo surplus dovrebbe essere al massimo del 6 per cento, per non danneggiare troppo gli altri: un paese, insomma, deve esportare, ma deve anche importare, in modo da far lavorare anche gli altri.

Bastano queste due osservazioni per capire che la Germania potrebbe fare del bene a tutti (a partire dai propri cittadini) decidendo di spendere un po’ di più. Non deve spedire la signora Merkel in Italia o in Francia con la borsa piena di miliardi. Nessuno chiede tanto.

Sarebbe sufficiente che tagliassero un po’ le tasse e che aumentassero un po’ le paghe dei lavoratori. In questo modo i tedeschi avrebbero più soldi e comprerebbero più volentieri. Magari due paia di scarpe italiane invece di una. Due bottiglie di champagne invece di nessuna. Quindici giorni di vacanze in  Grecia invece di dieci giorni. Non c’è economista al mondo che non spieghi queste cose alla Germania. D’altra parte, già Keynes spiegava che ogni sterlina in meno che decido di non spendere è una giornata di lavoro che tolgo a qualcuno.

Ma perché allora la Germania resiste e continua a essere risparmiosa? Abitudine. Ma anche l’idea che si sta già bene così e che quindi non è il caso di esagerare mettendosi a comprare scarpe italiane come se fossero noccioline e bottiglie di champagne francese come se fossero gazzose.

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