Italia, lite continua, allo sbando in casa, sotto attacco in Europa

di Bruno Tucci
Pubblicato il 18 Luglio 2020 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Italia, lite continua, allo sbando in casa, sotto attacco in Europa. Nella foto il premier olandese Mark Rutte

Italia, lite continua, allo sbando in casa, sotto attacco in Europa. Nella foto il premier olandese Mark Rutte

Quando arriveranno, se arriveranno, i soldi dall’Europa?  A Bruxelles vige il gioco dei no.

Italia nella bufera a Bruxelles. In questa quasi rissa l’Olanda la fa da padrona. E’ schierata contro l’Italia e non ne vuol sapere di “regalare” miliardi al nostro Paese. Non ha fiducia in Conte e in quanti sono con lui.

Sostiene il premier Mark Rutte: “Siamo europeisti finché ci conviene”. Insomma, siamo all’angolo e si sta cercando un compromesso (al ribasso) con la Merkel. Che ha l’ingrato compito di far da mediatore.

“Sportellate ad oltranza” titola stamane un quotidiano e gli fa eco un altro: “Vortice europeo”. E’ un “tutti contro tutti”. C’è il pericolo reale che i miliardi promessi siano davvero in bilico. L’accordo è lontano. I Paesi frugali sono stati chiari e continuano a dire che senza riforme il danaro non arriverà a quanti hanno l’acqua alla gola (leggi Italia)

Perché l’Olanda ha tanto astio contro di noi? Non è questo il sentimento che hanno nei nostri confronti. Sono scettici per la ragione che hanno visto come si spendono le risorse nel nostro Paese.

Allora dicono alt. Finchè l’Italia non ci dimostra che cosa farà con il danaro europeo, noi saremo sempre contrari. Non è una bella figura quella che l’Italia sta facendo a Bruxelles.

In questi anni – non facciamo i vaghi – le riforme sono state un bluff e spesso, se non sempre, gli aiuti sono stati spesi solo per un assistenzialismo che è servito a placare l’animo degli avversari e non per dare una svolta al nostro Paese.

Così, ora la stiamo pagando cara. La mancanza di fiducia nei confronti dell’Italia dipende molto dalle scelte sbagliate che hanno fatto i vari governi che si sono succeduti a guidare il Paese.

Perciò oggi dobbiamo sopportare le critiche violente di chi non si fida di noi. Anche se Conte tiene la barra dritta e risponde a tono: “O si viene incontro alle nostre richieste o qui salta tutto”.

La speranza è che ora si arrivi ad una mediazione (da che parte sarà la Merkel?). Per il valido motivo che quei soldi all’Italia occorrono come il pane. Il Covid19 ha dato un colpo mortale ad un Paese (il nostro) che economicamente si trovava ai minimi termini.

Figurarsi oggi che molte imprese sono fallite. Che i commercianti rischiano di chiudere se vogliono tentare di riaprire. Molte famiglie non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena. Iprofessionisti strepitano e non hanno più clienti in grado di pagare le parcelle.

Questa è l’Italia che si è presentata a Bruxelles nella speranza di avere subito (e non a babbo morto) quei miliardi a fondo perduto. Sono necessari e indispensabili per sanare i debiti e far ripartire l’economia.

Se sarà solo l’Olanda “ad assassinare l’Italia”, si può andare avanti perché una mediazione si troverà con l’aiuto della Merkel. Ma se quel Paese non sarà solo ad avere dubbi sulle richieste italiane, allora il gioco si fa duro e la trattativa sempre più difficile.

Mentre in Europa si gioca il futuro del nostro Paese, tra le forze di destra e di sinistra si continua a litigare su molti argomenti.

Nella maggioranza, fra Pd e 5Stelle, le acque sono agitate e anche gli accordi già stipulati rischiano di saltare. E’ quel che sta succedendo in Liguria dove il candidato Ferruccio Sansa, giornalista, è di nuovo in bilico.

Luigi Di Maio è perplesso “Ha remato contro di noi”, dice. “Chi mi contrasta è perché sono sempre stato un rompiballe”, risponde il futuro governatore (lo spera).

Anche fra i 5Stelle non c’è unità e Vito Crimi si vede costretto a telefonare addirittura a Grillo e a dirgli: “Guarda che se in Liguria non si trova un accordo definitivo, qui si rischia di far saltare tutto”.  Poi, il braccio di ferro si placa e il sereno pare essere tornato fra gli alleati di governo.

Ma anche nel Pd, c’è maretta. Nell’occhio del ciclone finisce addirittura il leader Nicola Zingaretti. La base non ha gradito le sue scelte in Liguria e mette in fila tutti gli errori commessi dal segretario. Se poi in Europa qualcuno storce la bocca non ci possiamo lamentare.