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Carica democrazia, spara Islam guerriero. Occidente aiuta i suoi carnefici

di Mino Fuccillo |14 Settembre 2012 15:50

ROMA – “Erano detenuti rilasciati l’anno scorso, il regime di Gheddafi li aveva condannati per terrorismo…”. Così funzionari del Dipartimento di Stato americano raccontano al giornalista de La Stampa quel che sanno, non poco, dell’identità del gruppo di fuoco e di assalto composto da almeno venti unità che hanno assaltato, bombardato, conquistato il consolato Usa a Bengasi e mandato al cimitero l’ambasciatore statunitense. I nemici di una dittatura, una dittatura che l’Occidente, Usa in prima fila, contribuiscono ad abbattere e quindi quei nemici della dittatura che diventano nemici dell’Occidente e soprattutto degli Usa. Un maledetto caso, una maledetta combinazione del caos? No, una maledizione che va avanti da decenni con la regolarità di una  “legge” da scienze naturali più che storiche.

C’era un dittatore in Persia, era lo Scià. L’Occidente faceva affari con lui, a lungo lo appoggiò. Poi, di fronte al dissenso interno, l’Occidente prese in esame l’ipotesi del cambio a Teheran. Tanto più l’Occidente era democratico e di sinistra tanto più in ottima fede cominciò a favorire la “rivoluzione verde”. Quella che alla fine si rivelerà come lo Stato teocratico di Khomeini, quella che darà vita all’Iran dove diritti civili è bestemmia. Quell’Iran soprattutto che è la campata centrale del ponte del vagheggiato, enorme, planetario “califfato” islamico che va dall’Asia nord orientale fino alle coste atlantiche dell’Africa.

Dopo l’indipendenza dell’India dalla Gran Bretagna il grandissimo subcontinente si divise in due Stati, divisione rancorosa e sanguinosa: nasceva il Pakistan musulmano che non poteva e non voleva convivere con l’India indù. Nei decenni successivi il Pakistan conoscerà governi molto simili a dittature e l’Occidente, in particolare gli Usa, letteralmente spenderanno miliardi e miliardi di dollari ogni anno per favorire “processi democratici”. Oggi il Pakistan è percorso in lungo e largo da diffusa ostilità antioccidentale e antiamericana e non inganni la presunta motivazione anti colonialista, è l’irriducibilità dell’Occidente all’Islam che ne fa anche in Pakistan il primo nemico della “vera fede” e dei “veri fedeli”.

In Afghanistan un giorno di alcuni decenni fa arrivarono i carri armati russi, anzi sovietici. Fu invasione e furono governi-fantoccio. Gli Usa e l’Occidente armarono i rivoltosi anti Urss, guerra lunga e cruenta e alla fine i “rossi” furono cacciati. Nascevano così i talebani, che non sono studenti coranici come ancora racconta qualche tg restato in arretrato di una trentina di anni. I talebani sono l’esercito addestrato, armato e portato in battaglia dagli americani a combattere contro i russi in Afghanistan. Vinta la guerra, i talebani non divennero democratici. Divennero lo “Stato di Bin Laden”. E l’Afghanistan non diventò un paese più civile e più umano una volta cacciata la dittatura: anche se nessuno se lo ricorda nell’Afghanistan dittatoriale le donne andavano a scuola e lo Stato ce le mandava, adesso i talebani se le trovano a scuola, se va bene le bastonano.

In Irak c’era un dittatore, Saddam Hussein. L’Occidente, Usa soprattutto, cavarono via il dittatore come un dente marcio e purulento. Via i, dittatore, è rimasto l’ascesso. L’Irak è ancora un luogo dove si muore di religione, si viene uccisi se sunniti o sciiti e uccisi per questo. Si muore di religione in Irak e ancora, più di prima, più che mai sotto il dittatore, l’Irak esporta morte per religione.

Dittatore era Gheddafi, l’Occidente lo ha abbattuto. E i liberati da Gheddafi trafficano in armi, inclinano al “salafismo”, quando capita danno fuoco a un po’ di stelle e strisce, magari con marines e ambasciatore dentro…E il fall out del Gheddafi “esploso” ha prodotto in Mali, Ciad, Mauritania, insomma dal sud della Libia fino al Golfo del Leone tanto armato Islam e ancora Islam in armi e giù ancora, fino a saldarsi con i musulmani intransigenti e belligeranti della Nigeria del Nord.

Dittatore era Mubarak, Occidente ed Usa hanno assistito al suo crollo. Mentre assistevano continuavano a tenere in piedi l’esercito tutto e un bel pezzo di economia egiziana. E continuano a pagare cash miliardi all’Egitto nei giorni in cui l’Egitto della piazza e anche quella del neo leader Morsi si mostrano l’uno nemico e l’altro ostile ad Occidente ed Usa.

Un dittatore c’era in Tunisia e ora la Tunisia senza dittatore tenta ed è tentata da una Costituzione che faccia della donna un cittadino “cooperante” con… l’uomo, cioè il maschio. E abbozzi di Costituzione coranica sono in scrittura, se non in atto, dal Pakistan alla Tunisia appunto.

Un dittatore c’è in Siria e giornali e coscienze di tutto l’Occidente chiedono perché non lo si abbatta in fretta. Occidente che però dimentica che nel “film” siriano “buoni” non ce ne sono. Non in battaglia dove i ribelli scannano quanto e più dei miliziani. Non nel domani politico e sociale, perché in Siria è guerra tribale e religiosa insieme. Eppure l’Occidente fornisce ad una delle due parti assistenza economica, politica e in parte anche militare. Secondo uno schema che non ha funzionato nemmeno nella ex Jugoslavia dove l’Occidente, partito per favorire i croati, ha poi sanamente difeso i musulmani di Bosnia dal genocidio. Ma nemmeno qui, nemmeno in Europa, l’Islam aiutato dall’Occidente contro dittature oppressive ha poi prodotto neanche un accettabile fac simile di democrazia.

Perché regolarmente accada così, perché gli Usa e l’Occidente che aiutano, collaborano, pagano e talvolta combattono per rovesciare dittature in paesi di religione musulmana poi regolarmente si trovino ad aver “battezzato” teocrazie, cioè Stati dove la fede è legge, Stati ostile e nemici all’infedele Occidente, sono questioni e risposte che esulano da questa breve rassegna dei fatti. Però è indiscutibile che succede, sempre e da tempo. Praticamente senza eccezioni, solo con alcune varianti.

E allora la terza e più inquietante domanda: perché l’Occidente fa finta che non succeda? Perché è cieco e sciocco? Per nascondersi la realtà? Per non cedere ad una “disperazione” della democrazia? E perché insiste visto i danni enormi che si procura? Appoggiare i dittatori no di certo. Non è stato un “errore” la fine del regime di Gheddafi o la sconfitta dell’invasione sovietica a Kabul. Ma armare e pagare di tasca propria quelli che domani spareranno a te è proprio inevitabile? Washington deve proprio finanziare i militari pakistani e quelli egiziani e Usa ed Europa devono proprio scegliere quale tribù e quale variante dell’Islam guerriero potrà domani alzare la spada dell’Islam contro New York o Londra o Parigi o Roma o Berlino?

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