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“In house” e in Rai, Monti vedrai…sarà peggio di taxi e farmacie

di Mino Fuccillo |9 Gennaio 2012 17:03

ROMA – “In house” e in Rai: caro Monti se ci metti piedi e mano, allora altro che taxi. Liberalizzare, correggere, dare aria e vita, economica e professionale vita, al cosiddetto e ai più sconosciuto “in house” e alla conosciutissima Rai sarà per il governo, se mai sarà, peggio, molto peggio che affrontare i tassisti, i farmacisti o gli avvocati. Questi potranno al massimo bloccare “alla cilena”, come fecero i camionisti anti-Allende ed era il 1973, un paio di grandi città. Faranno battaglia e guerra i tassisti, battaglia e guerra vecchie di quaranta e passa anni. Faranno “morti e feriti”, avranno la loro “quinta colonna” in Alemanno e nel Pdl, in Gasparri e nella Cgil-taxi. Però mai e poi mai saranno il midollo spinale del “sistema paese” che pratica reazione di rigetto verso il governo. E i farmacisti potranno fare anche “serrata”, anche se proprio serrata non potrebbero fare a norma di legge essendo servizio pubblico. Resisteranno i farmacisti ma sarà la difesa di Khartoum destinata prima o poi alla trattativa o alla resa, non sarà mai Alamo, assedio ed olocausto dell’identità nazionale. E gli avvocati potranno fare guerriglia, ma non sarà mai Vietnam del governo.

Non solo, una volta eventualmente, molto eventualmente, piegati o ricondotti a ragione taxisti, farmacisti e avvocati, allora il beneficio collettivo verrà, sicuro che verrà. Ma sarà relativamente piccola cosa in rapporto al clamore della battaglia. Perché taxisti, farmacisti e avvocati e altre corporazioni sparse hanno rendite e soprattutto feudi economici, hanno ragioni e torti distortamente intrecciati. Sono rami storti della gran pianta italiana, cresciuti storti anche non solo per loro responsabilità. Ma quello che si chiama “in house” è invece la radice storta, almeno una delle storte radici dell’Italia storta e la Rai di questa stortura congenita e non sopravvenuta ne è il più fedele specchio. In più, non bastasse: tassisti, farmacisti e avvocati, se non sono i “buoni” del film, non sono certo in blocco e tutti i “cattivi”. Nello “in house” e in Rai invece sono i “buoni” a mancare, qui, quando arrivano “i nostri”, in realtà arrivano a cavallo “i loro”.

In house dicesi quel sistema per cui le amministrazioni pubbliche, massimamente i governi locali, Regioni, Comuni e Province, assegnano gestione dei servizi pubblici, proprietà ed esercizio delle aziende che quei servizi forniscono a se stessi. Appunto “in casa”. Sono centinaia, migliaia queste aziende. Per centinaia e migliaia di volte lottizzate nella gestione tra partiti politici. Curano il collocamento dello “indotto” della politica, degli uomini e delle donne che di politica vivono prima ancora che farla. Curano la “allocazione” del denaro pubblico sul “territorio”, curano le assunzioni e gli appalti. Sono il sistema circolatorio della spesa pubblica a piè di lista. Non curano l’efficienza e l’economicità del servizio pubblico che sarebbe, ma non è, la loro ragion d’essere. Non praticano né il merito né la concorrenza. Gestiscono, assicurano i peggiori e i più costosi servizi pubblici d’Europa. Quelli dei trasporti, dei rifiuti, dell’energia e anche dell’acqua. Sì, anche dell’acqua che un referendum ha a furor di popolo vietato di privatizzare consegnandola però alla lottizzazione dei partiti. Se il governo Monti mettesse mano, mettesse piede nel sistema dello “in house” si troverebbe contro tutto, proprio tutto il “popolo della politica”: i partiti di destra e di sinistra, i sindacati moderati e quelli da battaglia. la Lega, il Pdl, il Pd, l’Idv, Sel, la Cgil e la Cisl e perfino i Cobas, con contorno di “indignati”. Si troverebbe contro Calderoli e gli autisti dei bus, gli amministratori delegati e i consiglieri dell’Ama di Roma e dell’Asia di Napoli, delle municipalizzate di Bologna, Milano e Torino, Vendola e Landini. E i lavoratori e gli impiegati e i comitati e le assemblee…Servizi pubblici a tariffa e a standard europei sono sì per milioni di italiani un sogno ma anche un incubo per altri milioni di italiani. Sottrarre alla politica il diritto di farsi le aziende “in casa” è questo sì, toccare il “midollo spinale” del sistema, il nodo dell’albero storto.

E in Rai…Sottrarla all’infeudamento dei partiti che la soffoca? Sì, certo. Ma resisterebbero, resisteranno non solo i partiti. Resisterà eccome la stessa Rai. Decenni di Rai “non azienda”, decenni di conclamato e benedetto equivoco tra “servizio pubblico” e al servizio della politica hanno prodotto maestranze, ogni tipo di maestranze, dai manager ai direttori, dai giornalisti alle segreterie, dotate di questa, soprattutto se non esclusivamente questa professionalità. Introdurre tra autori, registi, giornalisti e conduttori Rai il criterio del merito e quello della professionalità che sperimenta e rischia e non rivendica e difende sarà più dura che convincere i tassisti, i farmacisti, gli avvocati… Se Monti ci prova davvero con i tassisti, questi gli bloccano Piazza Venezia e gli urlano sotto Palazzo Chigi. Se Monti ci prova davvero con le Regioni, i Comuni, le Province e la Rai, se leva ai primi lo “in house” e alla seconda la sua natura e specializzazione “politiche”, allora questi a Monti gli levano la sedia o almeno della sedia gli tagliano le gambe.

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