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Natale senza Messa, l’Europa sconsiglia di andare in chiesa: Guardatela in tv. E le radici cristiane?

di Enrico Pirondini |6 Dicembre 2020 10:57

epa08835342 Pope Francis holds the holy bread as he celebrates the Eucharist during Holy Mass as part of World Youth Day at St. Peter's Basilica in The Vatican, 22 November 2020. EPA/VINCENZO PINTO / POOL

A Natale, l’Europa non vuole la Messa. Per ora è solo un suggerimento per evitare assembramenti. Consiglia di guardarla in tv o seguirla online.

A Natale, l’Europa suggerisce di sostituire le cerimonie religiose con iniziative online, in tivù o alla radio. E poi? Il suggerimento non è stato gradito da molti giudicandolo una inaccettabile “invasione di campo”. E se invece ci fosse dell’altro ? Se si volesse, ad esempio, annullare o mettere in secondo piano le “radici cristiane”? Ha scritto Olivier Roy, docente universitario a Firenze , in un suo saggio di appena un anno fa (ed. Feltrinelli) :” Le radici cristiane in Europa non sono più così evidenti”.

UN NUOVO PAGANESIMO E LA MESSA DI NATALE

Tutto è accaduto in cinquant’anni. Due gli eventi principali. La secolarizzazione ( che ha prodotto una massiccia scristianizzazione  delle società europee) e l’arrivo dell’Islam nel cuore dell’Europa. Attraverso l’immigrazione ma “anche le sue frontiere “. La Chiesa è in allarme dal 1968 con la “Humanae vitae” di Paolo VI. Poi Giovanni Paolo II ha teorizzato il rifiuto della secolarizzazione culturale del vecchio Continente.

Benedetto XVI ha parlato – temendolo – di una nuova forma di paganesimo in cui sarebbe precipitata l’Europa. Morale: sono cambiati i valori europei. Ad esempio. L’amore per il prossimo è bollato come autoflagellazione. I valori liberali scaturiti  dall’Illuminismo e dalla secolarizzazione ( libertà di pensiero e di critica, libertà sessuale, diritti degli omosessuali)  sono rifiutati dalla Chiesa. Ricordate Papa Francesco? Disse chiaramente che lui “ non era Charlie”.

L’OFFENSIVA LAICA CONTRO IL NATALE CRISTIANO

Si sta riducendo lo spazio religioso. Il populismo europeo ha preso il largo “folklorizzando” la sfera religiosa. L’offensiva laica ha ridotto  lo spazio pubblico della sfera religiosa. Non è l’Islam che preoccupa la Chiesa (tra l’altro è favorevole alle moschee). Preoccupa il fatto che in Europa i cosiddetti “ laici duri e puri” sono convinti che la “ realtà religiosa “ sia uno scandalo. Resistono gli “identitari” per i quali il Cristianesimo  è “inseparabile dall’identita’ dell’Europa”.
Dunque: è la fine dell’Europa cristiana o la fine della religione?Di certo è in crisi la “Cultura “ che non genera valori. E gli Stati ormai producono solo norme. Bruxelles con Natale senza Messa ne è la prova.

IL PROGETTO FONDATORE

Occorre dunque tornare al progetto fondatore dell’Europa. Occorre “ riprendere la questione dei valori” , come sostiene Oliver Roy.

Occorre ricordare – dicono in molti – che il Cristianesimo era al centro dell’identità europea. Tre dei quattro padri fondatori dell’Europa (Robert Schumann, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer ) la pensavano così.E pure il quarto padre, cioè Jean Monnet (che non era un cattolico devoto come gli altri tre) credeva nella centralità delle radici cristiane. Bruxelles non più?

 

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