Canale di Suez raddoppiato: Cina prova colpaccio stile Russia, Egitto la snobba

di Pino Nicotri
Pubblicato il 4 Agosto 2015 - 06:43 OLTRE 6 MESI FA
Canale di Suez raddoppiato: Cina prova colpaccio stile Russia, Egitto la snobba

Canale di Suez raddoppiato: Cina prova colpaccio stile Russia, Egitto la snobba

ROMA – La Cina aveva offerto la montagna di quattrini e la manodopera necessaria per raddoppiare la larghezza e ampliare la profondità di 72 dei 193,30 chilometri di lunghezza totale del canale di Suez e permettere in tal modo il traffico navale nei due sensi come un’autostrada a più corsie. A Pechino speravano di imitare l’Unione Sovietica quando costruì la grande diga di Assuan per governare le piene del Nilo. Questa volta però l’Egitto ha preferito fare da solo. E così per la nuova grande opera egiziana il quotidiano “al Masry al Youm” ha potuto annunciare con comprensibile orgoglio l’apertura al pubblico del nuovo canale e il transito della prima nave ad appena un anno – anziché i tre previsti inizialmente – dall’inaugurazione dei lavori fatta dal presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi.

Il primo a dire che l’inaugurazione sarebbe stata fatta ad agosto è stato il primo ministro egiziano Ibrahim Mahlab, che ne ha dato l’annuncio al vertice dei Paesi membri del Mercato Comune per l’Africa Orientale e Australe (COMESA). In seguito il presidente e direttore generale dell’Autorità del Canale di Suez, Mohab Mameesh, ha reso nota anche la data: 6 agosto. Quel giorno ci sarà la solenne e festosa inaugurazione ufficiale, alla presenza dei governanti di quasi tutti i Paesi del mondo, teste coronate e presidenti eletti compresi. Obama avrà occasione di constatare di persona che – come ha dichiarato nei giorni scorsi in Kenia, davvero “l’Africa sta correndo”, nel senso che il continente è avviato a grandi passi verso uno sviluppo economico non più da Terzo Mondo.

Il raddoppio del canale, che ha 145 anni di vita, permetterà il passaggio di 97 navi al giorno contro le attuali 49 e produrrà per l’Egitto dal 30 al 35 per cento delle risorse necessarie alla sua economia. Dagli attuali ricavi di quasi 5 miliardi di dollari l’anno si passerà infatti entro il 2023 a un incremento delle entrate stimato pari al 258%, vale a dire pari a quasi 13 miliardi di dollari. Il traffico navale tra Europa e Asia sarà reso più veloce e quindi più grande anche in termini di quantità di merci trasportate.

Anziché accettare l’offerta cinese, gli egiziani hanno investito nove miliardi di dollari ricavati dalla vendita di azioni del nuovo canale a investitori locali. Ecco perché la nuova grande opera è considerata con orgoglio un “progetto nazionale”. Che nelle intenzioni dl governo dovrà servire per rilanciare l’economia messa in crisi dagli anni di instabilità politica seguiti alla cacciata del presidente Hosni Mubarak nel gennaio del 2011. Al raddoppio del canale faranno corona altri lavori importanti: la creazione di nuove zone commerciali e industriali speciali, l’ampliamento dei porti marittimi di Suez, Ismailia, Port Said e Nuwaiba e dell’aeroporto di Sharm-el-Seikh.

Il progetto del canale di Suez prese corpo dopo la conquista dell’Egitto da parte di Napoleone e per essere costruito richiese dieci anni di lavoro, dal 1859 al 1869, ma già nel 600 prima di Cristo gli egiziani avevano creato vie d’acqua che tagliavano l’istmo di Suez. A metà Ottocento venne creato un centro studi con numerosi esperti, che stabilirono che si sarebbe potuto scavare un canale senza bisogno di costruire chiuse lungo il suo percorso grazie al fatto che la differenza di livello del Mar Mediterraneo e del Mar Rosso è trascurabile. Il progetto vincente era opera dell’ingegnere Luigi Negrelli, nato in Trentino a Fiera di Primiero, regione allora dominio austriaco. Nel 1854 il diplomatico francesee Ferdinand de Lesseps, ottenne una concessione da Said Pascià, kedivé d’Egitto per creare una società finalizzata alla costruzione di un canale marittimo aperto a navi di ogni nazione e che lo gestisse con un affitto di 99 anni. Il canale venne realizzato tra il 25 aprile 1859 e il 17 novembre 1869 da una compagnia francese guidata dal de Lesseps.

La via d’acqua che unisce il Mar Rosso al Mediterraneo è composta da due tronconi di larghezza massima, prima dei lavori appena terminati, di 225 metri per 24 di profondità: andando da sud a nord, il primo troncone porta dal Mar Rosso al Grande Lago Amaro, attraversato il quale le navi si immettono nel secondo troncone, che sbocca nel Mediterraneo.  La proprietà era del governo egiziano (44%) e di oltre 20.000 piccoli azionisti francesi. In seguito l’Egitto, soffocato dal debito estero, dovette vendere la sua quota al Regno Unito, che ottenne così il controllo dei buona parte dei commerci verso l’Oriente. Il canale venne inaugurato il 17 novembre 1869 con una cerimonia sfarzosa, in occasione della quale Johann Strauss Junior compose La marcia egizia. Said Pascià chiese un apposito inno a Giuseppe Verdi, che però rifiutò perché non amava comporre su ordinazione. Sulla scia di quei contatti Verdi compose in seguito l’Aida, rappresentata per la prima volta al Cairo il 24 dicembre 1871.

La medaglia purtroppo ha anche un lato non bello. Migliaia di persone hanno subito sfratti e confische di terre e abitazioni, ma non si ha notizia di pagamenti compensativi. Tecnicamente infatti i terreni sono proprietà dell’esercito, che considera quindi abusivi tutti coloro che vi abitavano e che a volte vi coltivavano la terra.