X

Emanuela Orlandi: Alì Agca e Fassoni Accetti, documenti fuffa

di Pino Nicotri |20 Marzo 2023 13:05

ROMA – “Caro amico Pietro. Hai visto… con le confessioni di Marco Fassoni Accetti sta emergendo una parte della verita che io ti avevo rivelato. Tuttavia questo Marco Fassoni Accetti e’ soltanto una piccola manovalanza che non può essere determinante per scoprire tutto ed liberare Emanuela Orlandi e Mirella Gregori che sono vive tuttora. Allora che fare?”.

A voler fare dello spirito, che Alì Mehmet Agca parli come sempre a ruota libera, accodandosi a notizie di cronaca altrui e tirando a indovinare, lo si capisce già da queste prime righe delle sue nuove “rivelazioni”. Le ha spedite per lui via mail da Istanbul il suo avvocato Mustafà a Pietro Orlandi. Che molto stranamente anziché meditarle e metterne nei cassetti in attesa di sviluppi, o cestinare senza tanti complimenti, le ha diffuse: accreditando così di fatto ancora una volta le affabulazioni – le ultime solo per ora – di chi il 13 maggio 1981 tentò di uccidere papa Wojtyla sparandogli in piazza S. Pietro. Condannato all’ergastolo e graziato nel 2000, “anno santo” del Grande Giubileo, il killer mancato venne estradato in Turchia, dove è rimasto altri dieci anni in carcere per una precedente condanna per l’uccisione di un giornalista.

Agca pone la domanda “Che fare?”, ma anziché rispondere continua a suonare il solito flauto che ormai incanta solo i più sprovveduti e i meno informati: vale a dire, chi non sa che le versioni man mano fornite in questi 32 anni sia per i “retroscena” dell’attentato al papa sia per quelli della scomparsa delle due ragazze sono ormai a quota 110. Ecco infatti cosa scrive: “Veda Pietro… tu devi stimolare i migliori giornalisti italiani come Fabrizio PeronaciGianluigi NuzziFederica Sciarelli e similari presentando a loro tu personalmente i documenti seguenti… “.

Documenti che sono solo vecchie notizie dell’epoca, già rivelatesi fuffa e screditate, ma comunque reperibili in vecchi giornali, archivi, libri e siti online. Ecco i documenti “bomba” dalle polveri più che bagnate:

“İl documento 1… il 19 agosto 1984 una organizzazione fantomatica manda una lettera dalla città di Ancona all’agenzia Ansa di Milano ed il 23 agosto 1984 agenzia Ansa divulga questa lettera pubblicata nelle pagine interne in pochi giornali. Questa lettera dei rapitori richiede che per ottenere la liberazione di Emanuela, allora Alì Agca deve essere prima trasferito al carcere Vaticano ed successivamente tra il Vaticano ed il governo del Panama e del governo del Costa Rica deve essere firmato un accordo per trasferire Alì Agca nel Costarica o nel Panama in arresti domiciliari”.

– “İl documento 2… Senza sapere nulla della lettera dei rapitori ecco il 23 agosto 1984 il presidente del Costa Rica signor Luis Alberto Monge accompagnato dai suoi ministro degli esteri il ministro degli interni ed il ministro della giustizia compaiono davanti la stampa internazionale per dichiarare che “İL GOVERNO DEL COSTA RİCA E’ DİSPOSTO OSPİTARE ALİ AGCA NEL SUO TERRİTORİO A CONDİZİONE CHE İL PAPA DEVE CHİEDERLO PERSONALMENTE”.

Le parole “Senza sapere nulla della lettere dei rapitori” è ovviamente solo una graziosa e infondata fola alla quale altrettanto ovviamente non può credere neppure lo stesso Agca. E’ arcinoto che il presidente del Costarica quella dichiarazione l’ha fatta solo ed esclusivamente perché è stato interpellato a causa di quella lettera “dei rapitori” e certo non perché s’era sognato Agca di notte.

– “İl documento 3… Nel mese del novembre 1984 ambasciata del Costa Rica ha fatto una dichiarazione ufficiale per confermare che “İl governo del Costa Rica era disposto ad ospitare ALİ AGCA nel suo territorio.”

L’elenco dei fatti stravecchi e stranoti, ignoti solo alle giovani leve di lettori e telespettatori, non è però ancora finito. Agca infatti aggiunge:

“Ascoltami caro amico Pietro… questi sono dei dati di fatto immensi ed incredibili che un bravo giornalista può trovare in pochi giorni negli archivi dell’agenzia Ansa…. il quotidiano “İl Messaggero di Roma.” etc… İnoltre tu devi ricordare questa organizzazione ha collocato dei messaggi-lettere-nastri etc… dentro il Vaticano… vicino al CastelGandolfo residenza estiva del Papa… davanti il parlamento italiano… Vicino İl Quirinale… etc… Senza lasciare nessuna traccia… caro Pietro… la tua intelligenza non ti chiede… COME FU POSSİBİLE TUTTO QUESTO ?”.

In effetti, l’intelligenza di chiunque si chiede come è “possibile tutto questo”, e cioè che ancora si dia credito a un individuo simile e ci si possa prestare a diffonderne le parole. Ma leggiamo cos’altro “rivela” Agca:

“İnoltre da ricordare un dato importante… o Corriere della Sera… oppure “İl Messaggero di Roma” hanno pubblicato nell’anno 1983 una foto ripresa nel marzo 1983 in cui Emanuela e Mirella si trovano insieme accanto al Papa durante una udienza privata. Allora chi ha portato Emanuela e Mirella davanti il Papa per una udienza privata per fotografare ed per far pubblicare quella fotografia dopo il rapimento di Emanuela e Mirella? anche questo e’ un dato di fatto immenso ed incredibile”.

Qui siamo di fronte al falso più sfacciato, come certo non solo Pietro Orlandi sa bene ed è strano che non lo denunci ad alta voce. Non esiste infatti nessuna foto di Emanuela e Mirella fotografate assieme in udienza privata da papa Wojtyla. Esistono solo ed esclusivamente le foto delle migliaia di studenti delle scuola romane man mano ricevuti dal papa nelle usuali pubbliche udienze del mercoledì.

Foto che ritraggono i ragazzi e le ragazze in gruppetto o quasi da soli vicino al papa e che ogni famiglia era libera di comprare come foto ricordo dal solito negozio del fotografo Mari a Borgo Pio, pochi metri dall’ingresso in Vaticano della Porta S. Anna. Esattamente come chi va in crociera o anche solo su un traghetto per la Sardegna o la Sicilia viene fotografato se sale in nave a piedi e se vuole compra la foto souvenir trovandola bell’e sviluppata nell’apposito salone di passaggio comune.

Infine, il consiglio strategico finale del “Che fare?” suggerito dal turco:

“Veda Pietro… io stimo il tuo coraggio ed energia. Non devi mollare mai. İl castello dell’intrigo sta per crollarsi. Devi insistere con questi documenti storici presso migliori giornalisti italiani. Ti saluto fraternamente. İo sono pronto incontrarti in İstanbul il più presto possibile. ALİ AGCA”.

Nessun dubbio che Agca sia pronto a incontrare ancora una volta l’Orlandi o ancora una volta qualche altra troupe che venda le sue “rivelazioni” di nuovo a Quarto Grado, di Mediaset, o a qualche rotocalco o programma televisivo basato su “misteri” ed “enigmi”. Riguardo il fatto che il castello dell’intrigo stia per crollare si tratta solo di chiarire quale: l’intrigo che ha impedito e impedisce che sul caso Orlandi ci si raccapezzi e si faccia chiarezza o il castello di chiacchiere e depistaggi alla Agca? Questo secondo tipo di castello dell’intrigo man mano che è crollato è stato sempre ricostruito e ridipinto per farlo sembrare nuovo, nuovi fondali per la stessa piece e nuovo ennesimo tempo dello stesso film. Di qualità sempre peggiore, il che è tutto dire.

Che Agca racconti storie è comprensibile. Oltre ad essere da sempre un esibizionista affabulante della migliore specie, ha di recente pubblicato in Italia il libro dove racconta la sua vita, le sue gesta e annessi intrighi. Comprese ben tre strabilianti nuove “rivelazioni”. La prima è che di sparare al papa dei cattolici glielo ordinò di persona quella sorta di papa dei musulmani che era l’ayatollah Khomeini, all’epoca guida politico spirituale dell’Iran. La seconda è che c’è lo zampone dell’Iran anche nel “rapimento” della Orlandi. La terza è che la ex ragazza, ormai donna matura, è stata chiusa in un convento di clausura in Italia per decisione comune del Vaticano e dell’Iran.

Agca ha quindi bisogno di pubblicità “a gratis” per cercare di vendere qualche copia in più, visto che il libro non se lo fila nessuno. Però a proposito di questo libro una domanda va fatta sia al suo autore che alla casa editrice Chiare Lettere che glielo ha pubblicato avvalorandone le affermazioni con una apposita presentazione a Roma. La domanda è la seguente: come ha fatto Agca a ricordare tutti gli infiniti particolari, date, nomi, qualifiche e località di cui narra se lui stesso ha più volte spiegato che i quasi 35 anni di galera passati in Turchia, Italia e di nuovo Turchia gli hanno impedito di conservare anche solo un appunto e foglio di carta di anche solo un documento? Oltre ad avergli ovviamente impedito di tenersi comodamente in cella un archivio personale di documenti pregressi.

Agca aveva già promesso, e mica una sola volta, anche a Pietro Orlandi nella sua ultima visita a Istanbul, gradito ospite dell’avvocato Mustafà, che “entro la fine di questa estate” gli avrebbe scodellato Emanuela direttamente a casa.

Scelti per te