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Emanuela Orlandi, la scomparsa legata alle morti di Calvi e Sindona? La pista dei soldi nel mirino di Elena Rossi

di Pino Nicotri |21 Giugno 2023 13:29

Emanuela Orlandi, la sua scomparsa legata alle morti di Calvi e Sindona? La pista dei soldi nel racconto di Elena Rossi, la moglie italiana di Agca

Emanuela Orlandi tra 2 giorni è il 40 esimo della scomparsa, il 22 giugno del 1983.  Il suo destino è sempre avvolto dal più fitto mistero, aggravato da una serie di falsità, mitomanie e depistaggi.

Pino Nicotri ha intervistato Elena Rossi, la moglie italiana di Alì Agca, il turco che sparò, senza ucciderlo, a papa Wojtyla Giovanni Paolo II, figura costante nella leggenda di Emanuela.L’intervista è molto lunga (oltre 7 mila parole). La pubblichiamo in 6 puntate, le prime due sono uscite on line domenica 11 giugno

Emanuela Orlandi 40 anni dopo, per la moglie italiana di Agca la pista bulgaro-sovietica montatura: cercate a Roma 

Emanuela Orlandi, per la moglie di Agca la pista che porta in Vaticano è falsa, come quelle islamica e bulgara

A questo punto Nicotri chiede a Elena Rossi:

Non credo che Agca militasse davvero nel gruppo estremista dei Lupi Grigi, peraltro più vicini agli USA che all’Unione Sovietica. Quando Agca nel 2000 è tornato in Turchia i Lupi Grigi, pur essendo diventati moderati e forti sostenitori del presidente Erdogan, non pare che lo abbiano aiutato a trovare un lavoro o a mettersi comunque in condizione di vivere autonomamente, senza dipendere dagli aiuti di amici e parenti. 

Elena Rossi replica:

Ali faceva parte dei Lupi grigi, e per l’esattezza del gruppo giovanile degli İdealisti turchi, suddivisi in cellule, i focolari. İl suo focolare era guidato da Abdullah Çatlı e ne faceva parte anche Oral Çelik. Quando Ali tornò in Turchia, i Lupi per lui ci sono sempre stati e l’hanno aiutato molto.

Non lo ha fatto l’MHP ufficialmente perché Ali, con l’attentato al Papa, è diventato troppo compromettente per tutti, soprattutto per una forza politica ormai perfettamente legale e istituzionalizzata. La nostra vita è piena di lupi grigi e io fra le mogli sono un po’ la fırst lady.

Ci tengo a sottolineare che, proprio come i Bulgari, anche tutti i cittadini turchi che vennero coinvolti nell’attentato al Papa erano completamente estranei a quel fatto. Molti amici turchi lo aiutarono durante la latitanza in virtù di quello che aveva fatto in Turchia e non in vista di ciò che avrebbe dovuto fare a Piazza San Pietro.

Ali prese la decisione di compiere l’attentato durante le due settimane di vacanza in Spagna, a Palma de Mallorca e cioè tra il 25 aprile e il 9 maggio e non informò nessuno delle proprie intenzioni perché temeva di essere denunciato dato che un’azione tanto eclatante avrebbe messo nei guai tutto il suo gruppo di appartenenza, come di fatto avvenne.  I Lupi Grigi non hanno mai condotto un’azione fuori dal territorio turco poiché sono nazionalisti, patrioti e niente affatto interessati a comparire sulla scena internazionale.

La grande frottola che voleva Agca manovrato da Mosca ha provocato il depistaggio delle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Anziché indagare tra le sue amicizie e tra le amicizie di famiglia e del parentado perché probabilmente si trattava del purtroppo solito caso di sequestro a scopo sessuale finito male, le indagini sono state dirette o meglio paralizzate da un’altra frottola, conseguenza della prima.

La frottola che voleva Emanuela rapita per essere scambiata con la liberazione di Agca. Il quale nel 2000 è stato graziato e liberato, è tornato in Turchia, ma Emanuela non è tornata a casa. 

La pista internazionale per i sequestri di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi è certamente falsa e depistante, come lo è la Pista bulgara poiché presuppone la presenza di complici nell’attentato al Papa che avrebbero tentato di liberare Ali Ağca oppure, nella versione più moderna, di indurlo a ritrattare ,il che è falso poiché, come ho detto, non esisteva alcun complice.

L’ipotesi del sequestro a scopo sessulae attuato da qualche conoscente o parente di Emanuela venne avanzata dal magistrato Margherita Gerunda sulla base di una pura e semplice ipotesi personale priva di una qualsiasi prova concreta. Prima di entrare da lei, ad Ali venne raccomandato di “fare l’indiano”.

La Gerunda lo interrogò soprattutto sul codice 158 e Ali rispose che non ne sapeva nulla, ma non era così. Questo codice è importante e la Gerunda sarebbe anche potuta arrivare alla sua corretta interpretazione dato che aveva sotto il naso tutti gli elementi per farlo. (Non posso svelare l’arcano perché vuole essere Ali a farlo dinnanzi alla Commissione d’inchiesta, sperando che venga istituita!!)

Poi gli chiese qualcosa anche sul gruppo Türkeş e anche in questo caso Ali rispose negativamente, mentendo di nuovo, poiché il suo avvocato Pietro D’Ovidio gli aveva detto che si trattava «dei nostri del Sisde». La Gerunda chiese il silenzio stampa e le venne tolto immediatamente il caso, poi affidato a Sica, esperto di terrorismo internazionale.

Poi c’è chi parla di ricatto finanziario a Papa Wojtyla.

Pista che forse merita una certa attenzione. Nella sua lotta anticomunista che prevedeva ingenti aiuti finanziari al sindacato cattolico Solidarność, e ad altri gruppi sparsi per il mondo, come i Contras nicaraguensi, Wojtyla svuotò le casse della banca vaticana, Ior, guidata dal suo grande amico e sodale Paul Marcinkus, maturando un debito con il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi di oltre 1.200 miliardi di lire.

Questi soldi erano in buona parte della mafia italiana e americana e in misura molto minore della Banda della Magliana. Dunque, Magliana e /o la mafia avrebbero rapito Emanuela Orlandi (e non Mirella Gregori) per ricattare il Papa allo scopo di ottenere i loro soldi indietro.

Per quanto riguarda la Magliana, la storia non sta in piedi perché se quei quattro stracciaroli borgatari avessero osato ricattare il Papa li avrebbero schiacciati all’istante come scarafaggi ! Molti non hanno ben chiaro lo stapotere posseduto dal Vaticano!

Inoltre, dato l’ammontare modesto della somma, 15/20 miliardi, presumibilmente dovuta a quelli della Magliana, credo che Marcinkus l’avrebbe pagata prontamente evitando di finire sotto ricatto. Il Papa avrebbe fatto tutti quegli appelli pubblici per la liberazione di Emanuela e poi anche di Mirella per compiacere la Banda della Magliana? Non esiste proprio!  

Non dimentichiamo, infine, che l’Amerikano per telefonare usava un sistema di deviazione di chiamata molto sofisticato per l’epoca in possesso solo dei Servizi segreti, non l’avevano né la mafia nè le Brigate Rosse, figuriamoci quelli della Magliana!

C’è anche chi tira in ballo la mafia.

İn quanto a un ricatto perpetrato da parte della Mafia italiana e/o americana, devo dire che mi sembra un’ipotesi certamente un po’ più plausibile che andrebbe valutata attentamente dalla Commissione d’Inchiesta o, ancora meglio, in sede giudiziaria, magari rivedendo più accuratamente anche la questione dell’omicidio di Roberto Calvi e di Michele Sindona.

In ogni caso, noi abbiamo qualche dubbio al riguardo, poiché tra Vaticano e Cosa Nostra esiste un legame strutturale storico, all’interno del quale si colloca anche Gladio. Dubito che un debito anche ingente possa avere incrinato un sodalizio di importanza tanto strategica per i Poteri Forti che governano il mondo occidentale.

Di tutto questo, Michele Greco parlò ampiamente con Ali nel carcere di Ascoli Piceno. Il debito c’era, ma in qualche modo venne piano piano ripagato. Wojtyla, per rimpinguare le casse dello IOR, indisse il Giubileo straordinario nel marzo 1983 e, pur negando ogni responsabilità nell’affaire Ambrosiano, lo Ior sborsò  400 miliardi di lire per liquidare definitivamente l’intera faccenda.   

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