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Palestina, si fa presto a dire due popoli due Stati, le resistenze di Israele legate alla sicurezza

di Enrico Pirondini |18 Febbraio 2024 12:02

Si fa presto a dire due popoli, due Stati ma il progetto è pieno di incognite, le resistenze di Israele sono legate alla sicurezza

Palestina, si fa presto a dire “Due popoli, due Stati” per placare il Medioriente in fiamme. Lo dicono i più (quorum ego). Teoricamente è la soluzione più ragionevole. Ma il progetto è difficile da realizzare, è pieno di incognite. Per una serie di motivi. Parliamone.

1) MANCA LA RECIPROCA FIDUCIA
Israele teme per la sua sicurezza. È stato attaccato più volte nella storia da coalizioni di Paesi Arabi in nome della causa palestinese; di qui la cronica diffidenza. Uno Stato vivrebbe di fatto dentro Israele; e questo porterebbe Tel Aviv a rinunciare al bene più presunto, la sicurezza appunto.

Oltretutto non va dimenticato che a taluni Paesi Arabi la causa palestinese non interessa niente. Infine c’è uno slogan che inquieta Israele;  uno slogan che risuona anche nelle piazze occidentali, Italia compresa. E cioè:”Dal Giordano al Mediterraneo”. Significa cancellare lo Stato Ebraico dalla mappa. E questo è un ostacolo francamente impossibile da superare.

2) DOVE CREARLO UNO STATO?
C’è anche una questione demografica. Dove crearlo uno Stato? La Cisgiordania ha più di 4 milioni di abitanti, la Striscia più di 2 e un tasso di fertilità alto. E la Striscia è grande come il lago di Garda. Impossibile immaginare li’ uno Stato. La soluzione dei 2 Stati nella concretezza non c’è.

3) HAMAS È L’OPPOSTO DELL’IRAN
Hamas è in linea teorica l’opposto dell’Iran. Stanno insieme solo in chiave anti israeliana. Ergo, Israele dice: se noi diamo alla Palestina uno Stato indipendente ci ritroviamo l’Iran in casa. È vero che Israele è una superpotenza (anche nucleare) ma è pur sempre uno Stato piccolo e ciò non vuole dire sicuro in assoluto. Dunque è fondamentale per Tel Aviv trovare garanzie tipo Caschi Blu, Unifil in Libano ; cioè una vera forza di  interpolazione.

4) L’ITALIA IN MISSIONE NEL MAR ROSSO
L’Italia è al comando di una missione navale nel Mar Rosso. È l’occasione per riscoprire il ruolo fondamentale nel Mediterraneo. Giorgia Meloni è andata allo scopo in Egitto in via preventiva. Ma l’Egitto è un Paese fragile. Qui la questione è Iran contro Israele, Teheran vuole distruggere gli accordi di Abramo; gli accordi di pace e cooperazione tra
Emirati Arabi e Israele. Accordi che prendono il nome dal patriarca Abramo, profeta delle due religioni coinvolte: Ebraismo e Islam.
L’Italia deve mostrare coraggio e mettere in prima linea la sua diplomazia per giocare su più tavoli: Italia amica di Israele ma interlocutore dei Paesi Arabi. Tutt’altro che facile ma bisogna provarci.

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