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Flop Ferrara al Tg1

di admin |11 Febbraio 2011 16:42

Giuliano Ferrara

ROMA – L’intervista di ieri sera a Giuliano Ferrara è stata da record: sei minuti filati al Tg1 delle 20 non si erano visti quasi mai, lo stesso Berlusconi nel suo videomessaggio-intervista della scorsa settimana si era preso qualche minuto in meno. Da record anche una delle domande della conduttrice quando ha invitato Ferrara a polemizzare con l’assente Eugenio Scalfari in quanto “non disponibile al contraddittorio”: coerenza vorrebbe che stasera, a proposito appunto di contraddittorio, il TG1 delle 20 desse sei minuti anche a Scalfari. Ma non ci scommetterei.

Pessimi risultati, invece, sul piano degli ascolti: uno share modesto per il TG1 (23,8, pari a 6,3 milioni). E un andamento che dimostra che l’intervista-fiume ha contribuito notevolmente al deludente risultato di ascolti. Il TG1 è infatti partito a 5,9 milioni, subito dopo i titoli; è cresciuto costantemente con i servizi sull’Egitto, sulla giornata politica, sulle polemiche in occasione della commemorazione di Bachelet, sulla Procura di Napoli; vicino ai 6,4 milioni, il testimone è stato passato a Ferrara. Ma l’intervista fiume ha tenuto gli ascolti solo per un minuto o poco più; poi una discesa continua: alla fine, ascolti scesi a 6 milioni, 350 mila telespettatori e 2 punti di share in meno dell’inizio dell’intervista. Controprova? Finita l’intervista, e partito il servizio su Napolitano e le foibe, gli ascolti sono tornati a crescere fino a raggiungere, alle 20.30, 7,2 milioni.

Insomma anche l’edizione di ieri dimostra che il cambiamento di pelle del Tg1 –da testata dell’informazione ufficiale a testata che mescola militanza di parte e cronaca rosa- non solo priva la Rai di una delle sue “istituzioni” storiche ma provoca una continua emorragia di ascolti e di entrate pubblicitarie. Gli ultimi dati disponibili, relativi al mese di Gennaio, ne sono l’ennesima conferma. Rispetto al Gennaio dell’anno scorso, il TG1 perde 3 punti di share e circa 600mila telespettatori (da 6,8 a 6,2 milioni). La perdita, che riguarda tutte le fasce di età e di reddito, è più accentuata negli strati più “preziosi” in termini pubblicitari ossia nei livelli di istruzione medio-alti e nel Nord Italia. Esattamente le aree dove più forte è stata la crescita del nuovo Tg di Enrico Mentana.

Paolo Gentiloni

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