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Juve padrona. Roma e Samp: effetto Andreazzoli-Delio Rossi. Vola il Catania

di Renzo Parodi |1 Agosto 2022 9:26

ROMA – Campionato di Serie A, 26esima giornata: la Juve asfalta il Siena e torna a +7 sul Napoli (che però deve ancora giocare). Bene la Roma, che vince in rimonta a Bergamo con l’Atalanta. Il Catania espugna Parma e va a -1 dall’Inter (che però deve giocare il derby). Il Cagliari vince 4-3 col Torino al termine di una partita pazzesca, la Samp supera il Chievo in scioltezza.

Il Punto di Renzo Parodi

Sampdoria-Chievo 2-0

Se Delio Rossi avesse cominciato la stagione sulla panchina della Sampdoria la sua squadra veleggerebbe in zona Europa. Anche così il bilancio dell’allenatore romagnolo è in largo attivo. Nove partite, 15 punti raccolti, appena 4 gol subiti e 14 segnati. Un passo da alta classifica. L’ultimo successo, 2-0 sul Chievo, terza vittoria casalinga consecutiva. Rossi, squalificato per il gestaccio a Burdisso, la partita l’ha seguita da una cabina tv in tribuna stampa.

Il suo vice, Limone, ha guidato la squadra come il suo principale e con due gol (Poli e Eder), uno per tempo, al Sampdoria ha piegato un Chievo a tratti furente, organizzatissimo (complimenti a Corini), capace di attaccare e difendersi con sette-otto uomini. Avesse un bomber sicuro la squadra di Campedelli potrebbe coltivare sogni di gloria. Corini aveva rinunciato al suo miglior cannone, Paloschi (decisione misteriosa), ma resta l’impressione di una squadra di buona qualità tecnica, equilibrata e animata da un carattere guerriero.

Anche la Sampdoria ha doti medie eccellenti che Rossi ha saputo cementare recuperando giocatori essenziali (Estigarribia, De Silvestri, Palombo), miscelandoli con i giovani emergenti (Obiang, Poli, Krsticic, Icardi) e tirandone fuori una squadra consapevole delle proprie virtù, capace di battere la Juve a Torino e la Roma a Marassi, imporre il pari a Milan e Napoli e di perdere di misura contro la Lazio. Domenica prossima a Marassi sarà di scena il Parma, battuto in casa dal razzente Catania di Maran. Se arrivassero altri tre punti la Sampdoria slitterebbe nella parte sinistra della classifica, il massimo traguardo stagionale raggingibile.

Postilla finale sull’arbitraggio dell’esordiente Eugenio Abbattista, mandato allo sbaraglio da Braschi. Non ha espulso il portiere clivense Puggioni che in uscita sulla trequarti campo ha “segato” Icardi lanciato a rete. Fosse o no fallo da ultimo uomo l’intervento era pericoloso e aveva messo a repentaglio l’incolumità dell’attaccante doriano, che difatti è stato costretto a lasciare il campo. Regolamento alla mano, l’intervento di Puggioni era cartellino rosso, ma il giovane fischietto di Barletta se l’è cavata con un giallo. Gravissimo errore, ma non è tutto.

Abbattista ha perdonato un tocco di braccio di De Silvestri in area (e lì si può discutere) e soprattutto ha distribuito cartellini a vanvera, Insomma, non è pronto per il massimo palcoscenico. Il paradosso è che il miglior arbitro italiano, l’internazionale Tagliavento, era stato mandato a Marassi a fare la bella statuina sotto la neve, come arbitro di porta. Braschi e Nicchi dovrebbero riflettere. La novità degli arbitri di porta, introdotti solo in Italia, introducendo ulteriori variabili non previste in origine alla direzione di gara, si sta rivelando un autogol.

Se poi si fanno designazioni a capocchia, come è successo per Sampdoria-Chievo, si avviliscono i migliori talenti (ve l’immaginate l’umore di Tagliavento retrocesso a comprimario?) e si inseriscono ulteriori elementi di discriminazione tra le diverse squadre. E infatti mica l’hanno mandato a farsi le ossa dirigendo il Napoli o la Juve o l’Inter, l’acerbissimo Abbattista. L’hanno spedito a fare danni a Genova, città priva di peso politico anche nel calcio. Infine, se ogni Federazione si permette di introdurre varianti al regolamento si finirà per minare la forza intrinseca del calcio, che per oltre un secolo ha rispettato regole uguali per tutti e ovunque, dal campetto di provincia al Maracana.

Ci hanno pensato Nicchi e Braschi, i quali pur di non subire l’affronto dell’hawk eye (l’occhio di falco che stabilisce se il pallone ha o no superato la linea di porta) che esautorerebbe l’arbitro di una fetta di potere, si sono inventati l’orrore degli arbitri di porta. Nessuna altra Federazione di primo livello lo ha fatto e una ragione evidentemente c’è.

Parma-Catania 1-2

La vittoria del Tardini (2-1) incorona la sorpresa (relativa) stagionale più bella, il Catania di Maran, figlio legittimo del Catania di Montella, che già aveva dato spettacolo. Bel gioco, risultati e giocatori di primissima qualità (Gomez, Bergessio, Castro e ora anche lo spagnolo Keko che ha segnato un gol). Non può essere un caso, difatti è il risultato di una attenta programmazione e del fiuto degli scout sguinzagliati soprattutto in Sudamerica, in Argentina il Catania da anni riesce a pescare a prezzi accessibili giocatori di sicuro rendimento.

Complimenti anche al dg Sergio Gasparin, che ha dato solidità alla politica del presidente Pulvirenti. Unico neo di giornata, l’espulsione di Legrottaglie che ha messo le mani addosso all’arbitro Giacomelli (protestava per un fallo non fischiato, subito da Amauri nell’occasione del gol del Parma). Il difensore prenderà una dura squalifica. Il Catania dà impressione di essere una gran bel realtà in continua crescita. Il Catania ha agganciato provvisoriamente al sesto posto la Fiorentina (che recupera col Bologna martedì). Ora Maran e i suoi ragazzi sono autorizzati a sognare.

Il Parma non vince da sette gare e il capitombolo casalingo segnala l’involuzione della squadra di Donadoni, dopo un girone di andata brillante, che lasciava presagire ben altri traguardi. Donadoni ha parlato di pesi psicologici che gravano sulla squadra, legati appunto alle attese, forse eccessive, accese dalla squadra . Resta che il Parma subisce troppi gol e non segna più con regolarità. Belfodil sembra aver smarrito la vena (troppi elogi?), Biabiany non è mai stato un bomber provetto, Amauri (sesto gol stagionale) fa quello che può. La classifica è discreta, 32 punti, come la Sampdoria cui il Parma renderà visita domenica prossima. Partita delicata.

Atalanta-Roma 2-3

Tre partite, sei punti, frutto di due vittorie (su Juve e Atalanta) e di una sconfitta (a Genova con la Sampdoria). Cinque gol segnati, cinque gol subìti. La Roma gestione Andreazzoli consolida l’ottavo posto e offre segnali di sicura ripresa. Senza Totti e De Rossi, squalificati, la squadra ha giocato da grande, su un campo ostico (per di più reso insidioso da una nevicata), contro un avversario rimasto tenacemente in partita per 90’ e oltre. La difesa schierata a tre continua a subire un po’ troppo per una squadra che coltiva ambizioni importanti. Alla Roma però non manca la qualità complessiva e piano piano si sta facendo strada anche un buon equilibrio tra i reparti.

A Roma, sponda giallorossa, i tifosi fremono in attesa del mitico sceicco Qaddumi, sul quale tuttavia fioriscono leggende non proprio lusinghiere. L’ingresso del presunto miliardario arabo nella compagine societaria avrebbe sollevato i dubbi di Unicredit, che figura in posizione primaria nell’assetto azionario del club, quotato in borsa. Difatti sulla scorta dei repentini rialzi in borsa del titolo, si sta muovendo la procura di Roma. E gli americani che dicono? Boh? Come in tutte le vicende che riguardano la Capitale, anche questa si ammanta di misteri e pettegolezzi sulfurei. Stiamo a vedere. Senza cedere alle illusioni romantiche.

La doppietta di Livaja non è bastata all’Atalanta per portare a casa punti. Eppure la squadra ha sempre giocato per vincere. Colantuono ha raccolto 27 punti che sarebbero 29 senza la penalizzazione, il che equivale ad una salvezza tranquilla. La squadra ha personalità e gioca un buon calcio. E Livaja comincia a vedere la porta. Chissà Stramaccioni come si morde le mani, senza Milito Livaja sarebbe manna.

Cagliari-Torino 4-3

Capita di tutto nel triste forno di Is Arenas, in cui i calciatori si trasfigurano in grottesche figurine, che sembrano mosse da un burattinaio ubriaco. Cagliari in vantaggio, il Torino ribalta e passa a condurre per 2-1, poi il Cagliari va sul 3-2, il Torino pareggia in extremis e quando il pari sembra in cassaforte un tiro di Conti deviato da un difensore regala il successo alla squadra di Pulga. Nel conto figurano tre calci di rigore (due concessi alla squadra di casa, uno per gli ospiti), tutti trasformati. E tutti legittimamente concessi dall’arbitro Peruzzo.

Il Torino tuttavia termina la partita in nove contro undici. Peruzzo ha espulso Ogbonna per il fallo su Pinilla che ha prodotto il secondo rigore per il Cagliari. In circostanze analoghe, in Manchester City-Chelsea, il portiere Hart ha abbattuto l’attaccante Ba, l’arbitro ha fischiato il calcio di rigore ma non ha neppure ammonito il portiere del City. Come la mettiamo? Il Regolamento del gioco del calcio non dovrebbe essere uno solo per tutti? Urgono chiarimenti. E urge uniformare la casistica. Alleggerendo gli arbitri da responsabilità che non gli appartengono.

Cellino dal carcere di Buoncammino avrà esultato. La squadra si comporta meglio della società, ma sarebbe ingiusto negare che il presidente ha fiuto nella scelte, giocatori e allenatori in media li sa scegliere. Finché riesce il giochetto, il Cagliari dormirà sonni tranquilli. Certo, l’handicap dello stadio senza pubblico alla lunga potrebbe pesare. I 31 punti già messi in cascina garantiscono tuttavia un sereno approdo alla spiaggia della salvezza. Poi, chi vivrà vedrà.

 Juventus-Siena 3-0

Il 3-0 della Juve punisce troppo il Siena che ha giocato un calcio gagliardo, convinto di poter uscire indenne dalle forche caudine dell’Olimpico torinese. La mano di Iachini ha trasformato la squadra che è sempre nei guai in classifica ma è ben viva e promette di lottare fino al termine del campionato. I pali colti da Emeghara e Terlizzi dicono appunto di un Siena deciso a vendere cara la pelle. Bene aveva fatto Antonio Conte a suonare l’allarme dopo aver visionato il Siena strapazzare la Lazio. Di conseguenza, i suoi ragazzi non hanno commesso l’errore di prendere l’avversaria sottogamba.

Il gol di Lichsteiner, in gentile compartecipazione con l’incerto portiere Pegolo, di solito molto attento) ha spianato la strada ai Campioni d’Italia che alla distanza hanno arrotondato con Giovinco (molto beccato dal pubblico e Conte si è imbufalito) e con Pogba, il francese mostra sempre più di possedere capacità balistiche da artigliere provetto. La brutta scivolata di Roma è dimenticata.

I punti di vantaggio sul Napoli sono saliti a sette in attesa di scoprire se la squadra di Mazzarri, maltrattata in Europa, in campionato a Udine saprà ritrovare estro e risultato. Anche la Lazio è chiamata alla controprova (ma a differenza del Napoli partirà dalla qualificazione ottenuta in Europa League), ospitando il Pescara. Entrambe le partite, lunedì sera. Martedì in agenda c’è il recupero di Bologna-Fiorentina, rinviata a causa della neve. E venerdì 1°marzo, in anticipo al San Paolo, andrà in scena lo scontro diretto tra la seconda e la prima in classifica.

Parlemo

Il Palermo proprio non ce la fa a rimontare (tre pareggi nelle ultime tre gare con Malesani in panca) e Zamparini, anziché fare ammenda dei propri numerosi e reiterati errori, medita di richiamare Gasperini, liquidando Malesani, che aveva chiamato a sostituire, appena tre partite addietro, proprio Gasperini, il quale a sua volta aveva sostituito Sannino dopo soli tre turni di campionato. Che dire ancora della politica del presidente del Palermo che non sia già stato detto, esecrando e censurando le sue bizzarrie?

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