X

Banche: chi rimborsato in tutto e chi un po’. Come e perché

di Alberto Francavilla |23 Dicembre 2015 13:01

Banca Etruria

ROMA – Patrimonio light, sotto i 100mila euro, di cui almeno un terzo investito nei bond incriminati e un profilo non congruo con quello dello speculatore. E’ questo, in sintesi, l’identikit di chi rivedrà, in toto o in parte, quanto perso nel salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife. In 1.010 riavranno tutto, mentre altri 1.500 circa riusciranno a strappare un rimborso almeno parziale.

Sono i numeri di quanti, tra gli oltre 10.000 risparmiatori che hanno perso i soldi investiti nelle ormai famose obbligazioni subordinate delle quattro banche salvate per decreto dal governo, rivedrà qualcosa. Per gli altri si vedrà, ma le speranze sono poche, davvero poche.

“I dettagli per gli arbitrati saranno fissati nel decreto che il ministero dell’Economia dovrà emanare entro marzo, come previsto dalla legge di Stabilità – scrive Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera – Ma non è ancora chiaro se servirà un secondo provvedimento per formalizzare il ruolo dell’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone”. In attesa del decreto e della definizione del ruolo del supercommissario Cantone, quello che è già chiaro è quello che sarà l’insieme dei criteri che apriranno la strada del rimborso separando chi ne ha diritto da chi no. Insieme che porta ai numeri citati e che è riassumibile nel principio della “manifesta incongruità nell’allocazione di portafoglio”.

Una formula tecnica e in ‘burocratese’ stretto che, in pratica, vuol dire che a recuperare i loro soldi saranno quelle persone che avevano investito i loro risparmi in un modo chiaramente incongruo rispetto al loro profilo, a prescindere dal fatto che siano stati ingannati o siano stati dei semplici sprovveduti. Ma se questa formula è quella che consentirà di fare una prima distinzione di massima tra potenziali speculatori e apparenti sprovveduti, per arrivare a rivedere i soldi svaniti bisognerà soddisfare anche altri requisiti: e cioè patrimonio al di sotto dei 100mila euro, conditio sine qua non, e percentuale di questo investita nei famosi bond alta. L’asticella dei 100mila euro di patrimonio sarà quindi fondamentale.

Dei 10.559 risparmiatori che avevano comprato i bond delle quattro banche, sia i 1.010 che dovrebbero rientrare di tutto, sia gli altri 1.484 che dovrebbero recuperare almeno parte delle perdite, rientrano nella categoria di quanti avevano un patrimonio inferiore ai 100 mila euro. I primi poi, i 1.010 che con ogni probabilità riavranno la totalità di quanto perso, saranno quelli che avranno investito oltre la metà del proprio patrimonio in obbligazioni subordinate. I secondi, gli altri 1.400 quasi 1.500, saranno invece quelli che con un investimento in subordinate compreso fra il 30 e il 50% del patrimonio.

Fuori infine, esclusi dai rimborsi dovrebbero restare invece gli altri 8.065 clienti che avevano in banca più di 100 mila euro, con una quota di subordinate sotto al 30%. Per quanto riguarda i fondi a disposizione, al momento ci sono risorse per 100 milioni ma anche nella maggioranza sono in molti a chiedere di aumentare le risorse. Il governo è prudente. Non solo perché per risarcire integralmente i mille risparmiatori della fascia più esposta di milioni ne basterebbero 27. Ma anche per non creare un precedente troppo generoso in caso di altre crisi che nessuno può escludere.

Scelti per te