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Marino consegna San Giovanni ai Cobas: accampamento-fortino per una notte

di Emiliano Condò |11 Ottobre 2013 14:17

Accampamento a Piazza San Giovanni (foto Ansa)

ROMA – Manifestazione dei Cobas in calendario nella Capitale per il 18 ottobre prossimo e, a seguire, il 19, quella dei No Tav. In mezzo una notte a San Giovanni, un accampamento concesso ed autorizzato dal Comune di Roma che per la Prefettura rischia di trasformarsi in un “fortino”, in un teatro comunque ad alto rischio incidenti.

Le due manifestazioni in calendario per la prossima settimana nella città eterna da tempo si sono guadagnate gli onori delle cronache. Finora soprattutto per le questioni di ordine pubblico ad esse collegate. Prima è stata la volta del big match Roma-Napoli, originariamente in programma per sabato 19 e, dopo una lunga querelle, anticipato alla sera di venerdì 18 per non sovrapporsi proprio alle manifestazioni in questione. Risolto il problema calcistico, arrivano ora nuove preoccupazioni dalla decisione del Campidoglio di “affidare” piazza San Giovanni ai manifestanti nella notte tra il 18 e il 19. Una decisione che è una prima assoluta, mai si era infatti concesso il diritto all’accampamento in una pubblica piazza. Alcune volte, al massimo, lo si era tollerato e permesso, ma mai ufficialmente concesso.

La scelta di concedere la piazza ha chiaramente lo scopo di permettere ai manifestanti della prima manifestazione che lo volessero di restare a Roma anche per la seconda e, a tutti quelli che da fuori la Capitale vengono, di poter avere un “punto di appoggio” prima di mettersi in corteo. Decisione che, letta in questi termini, sembrerebbe anche saggia. Ma decisione che, per evidenti motivi, preoccupa e non poco chi è chiamato a gestire l’ordine pubblico. Una piazza affidata ai manifestanti è infatti un’autentica polveriera. Potrebbe andare tutto bene e non accadere nulla, certo. Ma nella malaugurata ipotesi che, come nelle manifestazioni degli anni passati, riuscissero ad infiltrarsi dei violenti, la creazione di un “campo base San Giovanni” potrebbe rivelarsi assai miope.

Gli organizzatori delle due manifestazioni assicurano che isoleranno e cacceranno i violenti. Confermando quello che il prefetto Pecoraro teme, e cioè che i cosiddetti violenti a Roma arriveranno. Arriveranno perché ormai troppo spesso, in mezzo a chi vuol anche duramente ma pacificamente protestare, si infiltra chi manifestare non vuole affatto e/o chi per farlo ha scelto di usare come strumento la violenza. I commercianti della zona già annunciano che probabilmente chiuderanno. Troppo alto il timore ed il rischio di vedere le proprie vetrine ed i propri negozi devastati.

Ovviamente tutti, dagli organizzatori al sindaco, sino alle forse di polizia, si augurano che incidenti non ce ne siano. Ma sono tutti consapevoli che il rischio è concreto e tutt’altro che remoto. E per questo tra Prefettura e Campidoglio pare ci siano stati non pochi attriti nell’ultima riunione del comitato per la sicurezza. Il prefetto Pecoraro ha chiaramente detto: “Rischiamo di trasformare piazza San Giovanni in un fortino, un posto ingestibile soprattutto perché il sabato arriveranno moltissimi antagonisti, No Tav e No Global, e anche anarchici”.

Fortino o campeggio, due termini impropri ma che danno l’idea del bivio, degli estremi tra cui la piazza in questione potrebbe trasformarsi. Da una parte, nell’ipotesi migliore e che tutti sperano si realizzi, una piazza di musica, tende e dibattiti dove al massimo, di illegale, si potrebbe trovare qualche “canna”. Dall’altra il fortino, l’accampamento dove rintanarsi ed organizzarsi, la fortezza inespugnabile per le forze dell’ordine. Quale delle due cose sarà piazza San Giovanni lo si scoprirà solo nella notte tra venerdì e sabato e, solo allora, si saprà se la decisione del Campidoglio sarà stata una scommessa brillantemente vinta o un enorme sciocchezza dal punto di vista dell’ordine pubblico. E a deciderlo saranno i manifestanti.

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