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Salah: “intelligenza posacenere vuoto”. Chi vi aspettavate?

di Alberto Francavilla |28 Aprile 2016 15:56

Salah Abdeslam (foto Ansa)

ROMA ­ “Un povero coglione che ha l’intelligenza di un posacenere vuoto”. Così viene descritto Salah Abdeslam, il presunto leader degli stragisti islamici che hanno insanguinato Parigi dall’avvocato che ha avuto l’occasione di incontrarlo in carcere una decina di volte. Un “coglione” che è l’altra faccia della medaglia rappresentata da “Non avrete il mio odio”, il libro scritto da un uomo che negli attentati di novembre ha perso la moglie e madre dei suoi figli. Il libro sintetizza già nel titolo una riflessione e un ragionamento di una profondità e intelligenza estrema che, apparentemente, non esistono nel curriculum e nell’animo di quello che è stato il ricercato numero uno in Europa per diversi mesi.

L’intelligenza di un posacenere vuoto…che vi aspettavate, Saladino? Non dovrebbe esserci sorpresa né stupore nel constatare che Salah, impropriamente battezzato Primula Rossa dell’Isis europeo, è uno che ha letto di corsa un sunto del Corano, articola con fatica concetti, insomma è tanto ignorante quanto sciocco. Da che mondo è mondo e storia è storia i combattenti delle guerre sante (di ogni religione), i militanti e miliziani di ogni crociata, pulizia etnica, razzismo sono sempre stati i più sciocchi e tecnicamente stupidi. Non avessero avuto “l’intelligenza di un posacenere vuoto”, non avrebbero creduto alle vergini che attendono i martiri, alla razza superiore, alla creazione del mondo in sette giorni…

La ‘stupidità’ di Abdeslam ha stupito e conquistato le cronache di mezzo mondo ma, in verità, poco c’è di cui stupirsi. “Il lord Voldemort di Harry Potter e il dottor Moriarty di Sherlock Holmes tutto sono tranne che stupidi – scrive Massimo Gramellini nel suo Buongiorno su La Stampa ­- Ma la facilità con cui oggi si può compiere una strage di massa apre agli stupidi spazi di manovra un tempo impensabili. E il web, abolendo ogni intermediazione, mette il cretino davanti allo specchio. Intendiamoci. Un cretino è sempre pericoloso. Ma un cretino su Internet di più. E rischia di ritrovarsi carne da cannone di qualche setta di fanatici senza mai imbattersi lungo la strada in qualcuno che gli instilli il seme del dubbio”.

Già prima di Gramellini la saggezza popolare suggeriva che ‘la madre dei cretini è sempre incinta’, ma se non è questo il luogo per aprire una riflessione sull’intelligenza dei singoli umani che compongono l’umanità, semplicemente lasciando la letteratura ci si imbatte nell’evidenza per cui i ‘cattivi’ della vita vera sono molto raramente dei geni. Prendendo ad esempio uno dei cattivi per eccellenza della storia, Adolf Hitler, non è infatti un mistero che non brillasse per la sua grande intelligenza: fu bocciato due volte agli esami per ottenere l’ammissione all’educazione superiore a Linz e la sua biografia è costellata di capitoli non certo degni di un premio Nobel.

Quel che aggiungono il web e la modernità alla stupidità e alla cattiveria, è la possibilità di trasformare queste in stragi. Fornisce, tra le mille opportunità positive che apre intendiamoci, anche quella tutta negativa di mettere ‘un posacenere vuoto’ nella condizione di confezionare una bomba e comunicare con un rete di altrettanti imbecilli dove, ogni tanto, spunta qualcuno un po’ meno stupido in grado di sfruttare l’imbecillità altrui per i propri scopi. Con effetti devastanti.

È un povero coglione di Molenbeek che viene dalla piccola delinquenza, più un seguace che un leader – ha testualmente detto Sven Mary, il legale belga che per primo ha assunto la difesa di Abdeslam ­. Ha l’intelligenza di un posacenere vuoto, è di una abissale vacuità. È l’esempio perfetto della generazione GTA (Grand Theft Auto) che pensa di vivere in un videogioco. Gli ho chiesto se avesse letto il Corano, cosa che io ho fatto, e mi ha risposto di averne letto un’interpretazione su Internet. Per delle anime semplici come la sua la Rete è perfetta, è il massimo che sono in grado di comprendere”.

“Un’interpretazione su internet”, questo aveva, anzi ha letto Abdeslam del Corano. Lui che in nome di quel testo sacro, almeno nella sua testa, agiva. Agiva quindi sulla base di un bignami pescato in rete, e agiva sino al punto di essere pronto ad uccidere centinaia di persone e al punto di sacrificare la sua stessa vita. Salah in verità il sacrificio estremo non l’ha fatto, per un malfunzionamento della bomba che aveva indosso si dirà, ma forse anche un’umana titubanza. Questa a parte però lui, come suo fratello e altri che in aria si sono davvero fatti saltare, credevano che un estratto, un riassunto del Corano – riassunto tra l’altro da chi non è dato sapere ­, bastassero per giustificare l’uccisione di centinaia di innocenti. Chi non è credente, chi non ha la fortuna di avere la Fede, quella con la F maiuscola, mai comprenderà chi è pronto a rinunciare alla propria vita in nome e in virtù di un’ipotetica altra vita ultraterrena. Fede a parte però, credenti e non, a meno di non essere dei coglioni patentati nessuno dovrebbe essere pronto ad uccidere ed essere ucciso in nome di un’interpretazione di una cosa pescata in Rete. Dell’intelligenza della polizia belga che per mesi non ha trovato il ‘posacenere’ nascosto esattamente nel primo posto dove si sarebbe dovuto guardare, parleremo magari in un’altra occasione.

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