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Partiti: 600mila si tassano pro Pd. Cittadini marziani

di Emiliano Condò |3 Settembre 2015 14:10

Dagli italiani 5,5 milioni al Pd

ROMA – Quasi 600mila italiani hanno scelto di destinare il loro 2×1000 al Partito Democratico (549.196 per l’esattezza). E questo è un fatto, un dato incontrovertibile, come un fatto è che circa 100mila contribuenti hanno scelto di finanziare Sel e che sono invece molti meno quello che nella dichiarazione dei redditi hanno destinato la loro quota a Forza Italia o Lega anche se, nel caso del Carroccio, si può comunque sperare in una raccolta fatta di non sole briciole.

Perché ci sia stato questo ‘boom’ di donazioni (e davvero di boom si tratta se si pensa che nel 2014 furono meno di 100mila in tutto gli italiani che destinarono il 2×1000 ai partiti) e perché il Pd abbia raccolto circa il 60% del totale va invece analizzato e spiegato. Anche perché, come sovente capita, le spiegazioni cambiano insieme allo spiegante.

Cominciamo facendo un po’ di chiarezza sui numeri, che non sono di facilissimo reperimento. Il monte totale dei finanziamenti destinato dai contribuenti italiani ai partiti attraverso il 2×1000 è di 9,6 milioni di euro. Con 549.196 sottoscrittori, il Pd fa la parte del leone e raccoglie il grosso, cioè 5,5 milioni. Sel, per cui non c’è un numero esatto di donatori, raccoglie invece circa un milione; dato che, con un po’ di matematica semplice, accredita il partito di Vendola di circa 100mila donazioni.

“Tolti i soldi per Pd e Sel – spiega Francesco Bei su Repubblica -, al resto dei partiti resta un premio di consolazione di circa 3 milioni e duecentomila. Da spartirsi tra Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Scelta civica. Se il tesoriere del Carroccio, Giulio Centemero, dice di essere ‘ancora in attesa del nostro dato’, da Forza Italia silenzio di tomba. Nonostante le ripetute richieste, la tesoriera Maria Rosaria Rossi non fornisce numeri. Ci deve essere poco da esultare. Tanto che dall’interno del partito qualcuno inizia già a mugugnare: ‘Forse, avendo Berlusconi tre televisioni, qualche spot si poteva pure fare’. Quanto alla Lega invece le speranze sono alte vista la forte presenza mediatica di Salvini. Certo sarà difficile fare peggio dello scorso anno, quando a via Bellerio arrivarono soltanto 28 mila euro lasciati da appena 1839 contribuenti”.

Grande assente il M5S che non compare nelle ‘classifiche’ né nei commenti per una sua scelta precisa: Grillo&co hanno infatti deciso di non comparire a fianco degli altri partiti e non chiedere dunque il contributo volontario ai cittadini.

Chiarito il panorama, il punto su cui ragionare è perché? E qui si entra, ovviamente, nel campo delle ipotesi. La prima di ordine tecnico: l’anno scorso la casella del 2×1000 era su un modulo separato, mentre quest’anno era dentro la dichiarazione dei redditi. Tutto molto più semplice quindi. La seconda possibile ragione è invece politica, e qui le cose si complicano un po’.

Perché se da una parte è probabilmente vero che la semplificazione del modulo ha fatto lievitare le adesioni, difficile è che questa da sola spieghi il fenomeno. Nel 2014, i partiti incassarono meno di 500mila euro, non ciascuno, ma in tutto. Una crescita di 20 volte non può essere spiegata solo attraverso una modifica tecnica. E allora ecco che tra le ragioni e tra i perché torna l’abituale partecipazione dell’elettorato di sinistra alla vita del proprio partito di riferimento (e non è quindi un caso che i due partiti che ‘guadagnano’ di più siano il Pd e Sel).

Due ottimi ragioni, due fattori che spiegano forse in toto e certo in buona parte il numero. Ma anche una vittoria squisitamente politica per il premier Matteo Renzi che non a caso ha festeggiato la notizia non tanto e non solo per il sostanzioso contributo alle casse del partito: “Il dato è veramente impressionante. Ci hanno detto che nel 2015 il Pd era finito e abbiamo più di mezzo milione di sottoscrittori. Meglio che qualsiasi sondaggio”. Ed è un fatto.

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