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Salvini, Putin e il tramonto delle democrazie (e del cristianesimo): analisi spietata

di Giorgio Oldoini |22 Marzo 2024 22:20

Matteo Salvini

Matteo Salvini (quello della Lega), a proposito del plebiscito a favore di Putin ha dichiarato che il giudizio del popolo dev’essere sempre rispettato: “Quando vinco ne prendo atto, se perdo cerco di capire dove ho sbagliato”. Se Salvini credesse nella sacralità del giudizio popolare, considerate le recenti perdite di consenso, dovrebbe essersi già dimesso da segretario del suo partito.

Tuttavia, se anche le elezioni russe fossero state assolutamente libere, sarebbero ugualmente nulle perché il paese dove hanno avuto luogo non è libero. Mussolini otteneva oltre il 95% dei voti con un’affluenza alle urne dell’85%. Stalin arrivava al 99% e la “democrazia popolare” bulgara prendeva più voti che votanti. L’affluenza alle urne durante il fascismo dipendeva dal fatto che il dovere civico del voto era accompagnato da sanzioni. Se non andavi a votare Stalin, commettevi un reato contro il “popolo” e potevi finire in Siberia.

Le elezioni politiche sono libere quando si confrontano più partiti che rappresentano le varie categorie sociali, diversi interessi economici, gruppi comunque organizzati, ciascuno dei quali deve essere in grado di finanziarsi nella società civile o ricevere contributi pubblici. I regimi autoritari del secolo scorso si finanziavano con fondi statali, avevano un ministero e prefetture locali che si occupavano di realizzare il consenso, Putin, che finanzia le proprie “campagne elettorali” con i ricavi illimitati della rendita petrolifera, non fa che riprendere le tradizioni del partito unico sovietico. 

L’altro tassello delle democrazie è la libertà di stampa. In Urss la libertà di stampa non era il diritto di scrivere liberamente, bensì un obbligo per lo Stato di fornire alla popolazione i giornali e i libri pubblicati dal governo. La libertà di stampa si basa sulla professionalità e indipendenza dei giornalisti, che Putin considera al servizio degli interessi dei loro padroni: meglio che il padrone sia lo Stato che rappresenta il popolo, anziché il magnate che pensa solo a gonfiare i suoi portafogli.

Il rapporto tra regime e magistratura in Russia non ci fa ritenere che esista l’indipendenza di questa categoria e, a giudicare dalle espressioni di voto, i parlamentari della Duma sembrano piuttosto degli yes men. Ma come considerare l’indipedenza della magistratura americana, dove i giudizi delle Corti degli States sulla ineleggibilità di Trump sono annullate in un solo giorno dalla decisione della Corte Suprema la cui maggioranza è stata designata dallo stesso Trump? L’unico paese al mondo in cui il potere giudiziario prevale sull’esecutivo, è l’Italia. 

E’ tuttavia innegabile che Putin goda di un consenso interno diffuso, perché i russi ricordano le sofferenze patite all’epoca di Stalin, gli riconoscono di avere migliorato il loro tenore di vita e gli perdonano le limitazioni delle libertà democratiche che essi non hanno mai conosciuto. I russi hanno bisogno del modello dell’uomo forte, che ha annientato il terrorismo ceceno a costo di due o trecento mila morti (che il mondo ha dimenticato), è entrato a patti con la mafia che si occupa di business internazionali ma non taglieggia più i villaggi o le piccole imprese, è temuto e rispettato nel mondo.

La scelta dell’uomo forte nei paesi come la Russia, la Cina e altre nazioni del mondo, non deve meravigliare: significa che i “democratici” non offrono modelli di governo adeguati ai bisogni reali di queste nazioni. I due terzi delle popolazioni mondiali non possono permettersi il “lusso” della democrazia.

Tutto ciò consente a Putin di affermare che le democrazie occidentali sono corrotte e i loro modelli di governo sono superati: “La Russia non potrebbe mai sopravvivere se seguisse quei modelli”. Tuttavia, se i russi avessero potuto scegliere un uomo forte, dall’ego spropositato, avrebbero scartato Putin e indicato alle urne l’italiano Giuseppe Conte. “Giuseppi” è l’unica persona al mondo che è riuscita a formare due governi a distanza di una settimana, basati su formazioni politiche incompatibili fra loro.

Oggi, egli ritiene di poter aggregare in unica entità ciò che resta della sinistra e vuole uscire dai “campi larghi”, che rappresentano il male e non la soluzione dei problemi italiani. Sono proprio situazioni come queste che consentono a Putin di affermare che le democrazie occidentali sono ormai “al tramonto”.

In fatto di libertà religiosa, chiunque può prevedere la prossima supremazia dell’islamismo, considerato il livello di natalità degli islamici, il mantenimento delle loro tradizioni e la diminuzione delle vocazioni dei cattolici in tutto l’occidente. Ne costituisce una prova la decisione dei dirigenti scolastici di sospendere le lezioni per rispettare il digiuno degli alunni islamici durante il periodo del ramadan.

Il fattore di aggregazione sociale di tutti i tempi è l’occupazione. L’talia è l’unico paese la cui costituzione mette al primo posto il fattore “Lavoro” ed è forse la nazione in cui è più difficile trovare un’occupazione. L’operaio che guadagna mille euro mensili, quando ha bisogno dell’idraulico che paga i contributi e le tasse, sa di dovergli corrispondere cento euro per la sola chiamata. L’operaio potrà permettersi solo un idraulico in “nero” che addebiterà trenta o quaranta euro.

Il sommerso è la risposta fisiologica ad un sistema economico che privilegia categorie sociali a danno di altre. Tutte le sere dico una preghiera per mio padre. Se venissi a sapere che Egli, per fami laureare, ha arrotondato in qualche modo lo stipendio da fame, lo ringrazierei ancor più dal profondo dell’anima.

Una forma mascherata di sommerso nel mondo delle imprese, che i radical chic ignorano colpevolmente, si ha con le società “mordi e fuggi”. Se acquisti una casa da una s.r.l. che si scioglie non appena ha venduto gli appartamenti, sai con certezza di non avere alcuna garanzia in caso di vizi occulti e che se ti cade una parete o un muro perimetrale, devi provvedere in proprio.

Quanto l’impresa italiana fa le gare d’appalto al ribasso per costruire un viadotto, in genere vince la cooperativa nata dal nulla che mette a libro paga i lavoratori ma chiude i battenti non appena ha terminato l’opera, dimenticandosi di pagare arretrati e liquidazione. Non si tratta di casi isolati ma di un sistema collaudato e ripetitivo. Andateci voi a recuperare i crediti privati e pubblici da soggetti nullatenenti che si spogliano perfino del mobilio.

Non esiste legge di rottamazione delle cartelle dell’Agenzia delle entrate, che potrà consentire di recuperare significative percentuali dell’impagato. Eppure, una classe politica demagogica continua a blaterare che i periodici condoni tributari sono diseducativi, e non capisce che tali provvedimenti si varano ad esclusivo vantaggio dell’Erario che cerca di raschiare il fondo del barile.

Ai “valori” delle ideologie e della democrazia, le società moderne hanno sostituito le “regole”, cioè norme di comportamento sempre più invasive, destinate al computer piuttosto che all’individuo, come sta accadendo in campo fiscale con il modello di dichiarazione dei redditi, lungo quanto un treno. Le regole hanno il limite di non poter comprendere ogni attività umana: il manuale non potrà mai rimpiazzare l’etica. Il possesso delle moderne tecnologie non modifica il livello morale e la civiltà dei popoli: un buon operatore di computer può benissimo abbandonar il neonato nel bidone della spazzatura e il possesso di armi sofisticate rende ancora più terribili le guerre che si combattono con immutato accanimento.

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