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La spada laser di Luigi Di Maio

di Giuseppe Turani |4 Settembre 2018 22:48

Giuseppe Turani

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ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo “la spada laser di Di Maio” anche sul sito Uomini & Business col sottotitolo: “L’importante è avere molti nemici [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play], anche finti. Le inutili battaglie di Salvini e del suo socio”.

Blitz Quotidiano lo ripropone ai suoi lettori.

“Ormai si è capito con sufficiente precisione come tira avanti il governo gialloverde: inventandosi nemici e quindi dando l’impressione di essere in lotta, quotidianamente, contro i malvagi dell’Impero galattico. Nel destino di questi disgraziati c’è sempre una Morte Nera che minaccia i laboriosi abitanti della terra. Per fortuna, ci sono loro: più che dei guerrieri Jedi sembrano degli scappati da casa e gente che ha dimenticato di prendere le consuete pastigliette, ma pazienza.

Salvini, si sa, si è inventato navigli carichi di ferocissimi migranti, che lui riesce a bloccare in mare, anche con grave rischio personale e ammirevole sprezzo del pericolo.

Ma, poiché i nemici non bastano mai, adesso alla lista si sono aggiunte anche le agenzie di rating. Agenzie delle quali si temono i giudizi. Per Salvini si tratta di un tema un po’ troppo sofisticato (in Val Brembana conoscono solo le agenzie per le domestiche…), e quindi se l’è cavata dicendo che non sono indipendenti. Forse il diabolico Soros paga anche loro. Alla prima occasione chiederà al suo amico Orban (che con i soldi di Soros ha studiato).

Di Maio è più brillante (scuola napoletana, Pomigliano). E quindi è anche più scatenato: lui, più che ai bollettini di Moody’s, guarderà agli umori del suo barista e di sua zia Genoveffa. I mercati, invece, si ostinano con Moody’s e le altre. Di Maio, impavido, sostiene che anche dei mercati e dello spread se ne sbatte. Contano solo il barista e zia Genoveffa.

E non lo facciano arrabbiare, altrimenti ha una spada laser, comprata a Porta Portese da Casalino, con la quale può sistemare il mondo in due minuti.

Da ultimo (ma è un destino) arriva Toninelli. Il nuovo ponte Morandi a Genova lo paga Autostrade (che si era già offerta di ricostruirlo), ma lo facciamo noi, con un’azienda pubblica. In compenso, blatera meno di revoca delle concessioni, si limita a dire che da ora in avanti dovranno guadagnare meno e investire di più. Ma, su questo, non ha chiesto consigli a Salvini, anche se la Lega ha preso e speso allegramente i soldi di Benetton, non sarebbe stato elegante.

Datemi un nemico e vi solleverò il mondo”.

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