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I parassiti killer che arrivano dall’Asia: a rischio le foreste italiane

di Lorenzo Briotti |6 Febbraio 2012 11:26

CUNEO – Diversi parassiti “alloctoni”, ossia specie che non sono europee stanno attaccando le foreste e piantagioni italiane. In alcuni casi, come quello del cinipide del castagno, ci si accorge dei danni solo un anno dopo l’attacco alla pianta.

Il Corpo Forestale dello Stato ne ha censiti alcuni: si tratta del cinipide, il cerambice, il nematode e il curculionide. Il più pericoloso è il nematode: in Portogallo è stato necessario distruggere centinaia di ettari di pinete. “Se dovesse arrivare anche qui da noi – avverte Enrico Pompei, vice-questore aggiunto, responsabile del monitoraggio delle foreste del Cfs – distruggerà uno dei più maggiori patrimoni paesaggistici lungo le nostre coste. Le nostre foreste sono in buona salute, nonostante tutto. Ma non dobbiamo sottovalutare questi parassiti”.

In Italia ci sono 12 milioni di alberi, distribuiti su 10 milioni di ettari. I parassiti, a causa dei cambiamenti climatici, trovano alle nostre latitudini le condizioni ideali per riprodursi. Uno dei più conosciuti (e temuti) è il punteruolo rosso, noto anche come rhynchophorus ferrugineus: è una specie di grosso scarafaggio, resistente a tutto, “che non ha antagonisti” spiega Francesco Loreto, del Cnr Istituto per la protezione delle piante -. “L’unico che può fermarlo è l’uomo: mangiandoselo”. Il Vietnam, il punteruolo è infatti diventato una specialità culinaria.

Oltre a questo c’è il “tarlo asiatico”. Spiega Loreto: “Si tratta di un insetto di grandi dimensioni, particolarmente aggressivo, che attacca ogni genere di latifoglie. Crea problemi per il noce e il ciliegio, scava nei tronchi e il legno viene distrutto”. Solo in Cina, lo scorso anno, il tarlo asiatico (o cerambice dalle lunghe antenne, vedi foto qui di seguito) ha causato l’abbattimento di 50 milioni di alberi di agrumi, mentre a Montreal, in Canada, gli alberi abbattuti negli ultimi due anni sono stati 12 mila. In Italia, invece, l’insetto ha invaso già il Veneto e ora si sta espandendo in Lombardia. “Nonostante queste nuove minacce – conclude Pompei – i nostri boschi di latifoglie sono ancora piuttosto sani, ma crescono le preoccupazioni per quelli di conifere e per i castagneti”.

Altro parassita molto forte è la tuta absoluta. Si tratta di un terribile erbivoro che attacca le piante di pomodori. In Trentino invece, a seminare il panico c’è una drosofila della vite.

Il gruppo di ricercatori del Cnr sperano di arginare il fenomeno attraverso la lotta biologica integrata che avviene utilizzando dei predatori efficaci. Anche perché il rischio è che questi parassiti attacchino anche piantagioni a terra che non si trovano nelle foreste.

Dalla sede di Cuneo del “Creso”, il consorzio di ricerca, sperimentazione e divulgazione per l’ortofrutticoltura piemontese, Michele Baudino, uno dei responsabili ha raccontato alla Stampa come si avvenuto nella zona il contagio da cinipide della castagna. Il parassita ha falciato la produzione dei marroni della zona.

Secondo alcune indiscrezioni un vivaista della zona avrebbe importato due talee di castagne cinesi (che producono frutti molto più grandi) e che, però, nascondevano il terribile insetto. “Nel giro di pochi anni ha infestato le nostre zone – racconta Baudino -: ha cominciato dalle parti di Chiusa Pesio e Boves e poi si è diffusa nel Nord Italia”. E con un certo sconforto aggiunge: “Adesso abbiamo infestato anche tutto il Nord Europa”.

I danni sono difficili da valutare, perché la pianta non muore per il cinipide, ma si indebolisce. Spiega Baudino: “Il problema è che la pianta è più esposta ed è a rischio, perché può contrarre altre malattie”. Un calcolo degli agronomi cuneesi quantifica un calo del 50% della produzione, mentre per il Corpo forestale dello Stato i danni potrebbero arrivare anche al 70%. L’insetto, tra l’altro, ha una forte capacità di diffusione: volando, può infilarsi in un’auto o in un camion e trasferirsi tranquillamente per centinaia di chilometri. Deposita le uova nelle gemme e non ci si accorge di nulla per mesi, fino a giugno o luglio.

Adesso, però, è scatta una controffensiva, perché – spiega sempre Baudino – “questo cinipide era già stato individuato in Corea, in Giappone e in America e in questi Paesi è stato trovato un insetto antagonista, vale a dire una mosca, la torymus sinensis, che si ciba delle sue uova”. La lotta biologica, fortunatamente, sembra dare buoni frutti .

Alcune immagini del cerambice dalle lunghe antenne, uno dei più temuti parassiti:

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