Capriccio inglese i 60 mila a Wembley. Stadi Euro 2020, la classifica di chi se ne frega

di Lucio Fero
Pubblicato il 23 Giugno 2021 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA
Capriccio inglese i 60 mila a Wembley. Stadi Euro 2020, la classifica di chi se ne frega

Capriccio inglese i 60 mila a Wembley. Stadi Euro 2020, la classifica di chi se ne frega (Foto Ansa)

Capriccio inglese: voi dite che semifinali e finali di Euro 2020 sarebbe meglio giocarle in paesi dove variante Delta coronavirus non c’è (almeno al momento) e suggerite quindi di spostare altrove queste partite previste e fissate a Wembley Londra? E noi che finora a Wembley Londra abbiamo fatto entrare, per prudenza e prevenzione, solo scarsi ventimila spettatori, sai che facciamo? Ne facciamo entrare il triplo. Tiè! 

Capriccio inglese: voi Draghi e Merkel vi siete mossi in prima persona, ci avete messo la faccia da premier nel suggerire/sollecitare la Uefa perché sposti altrove le partite previste a Londra? Avete fatto male, vi siete esposti troppo e vi facciamo, non senza gusto, andare a sbattere la faccia contro il muro.

Alla Uefa noi britannici regaliamo 40 mila spettatori in più moltiplicato per tre. Di fronte a questo la Uefa non si tiene, va in gioia da assaggio, deglutizione e consumo. La Uefa ragiona chiaro: stadi più o meni pieni per evitare possibile diffusione contagio non è problema sportivo, se ne occupino i governi, la Uefa accetta tutto, anche gli stadi alla Budapest pieni di gente e vuoti di mascherine.

La Uefa si dichiara competente solo sulla parte organizzativo-sportiva, del resto se ne lava le mani. Anzi, non proprio Ponzio Pilato. La Uefa pensa agli affari, Ponzio Pilato non aveva questo obiettivo e movente, la Uefa sì. Quindi il capriccio inglese fa felice la Uefa nella cui contabilità 120 mila spettatori in più valgono, anzi sopravanzano, anzi cancellano, anzi stramazzano ogni scrupolo di quei pignoli che annoiano ricordando che Euro 2020 si gioca in tempo di Covid. Londra e Uefa a braccetto e Draghi e Merkel si becchino Wembley!

Capriccio inglese e stadi manifesto

La Uefa ha vietato di colorare lo stadio Allianz Arena con i colori dell’arcobaleno. La Uefa ha detto ai tedeschi che era politica, che era un’offesa all’Ungheria di Orban, Ungheria squadra e Ungheria regime che ha appena confezionato una leggina che ricorda e afferma omosessuali in Ungheria mal sopportati e comunque, se sopportati, si facciano vedere poco in giro e facciano in modo di non evidenziare lo “scandalo” che sono.

E tu Germania vuoi accogliere gli ungheresi in uno stadio imbandierato ad arcobaleno ad indicare che ogni “colore” sessuale è libero e rispettato? Non si fa, siamo la Uefa e la Uefa non vuole calcio sia inquinato dalla politica. A meno che la politica non offra uno stadio pieno, allora è sport.

Quindi gli stadi di Euro 2020 sono diventati manifesti, manifesti politici dei governi dei paesi dove si gioca. Manifesti in cui si evidenzia la classifica di chi se ne frega. Prima e seconda classificate nella classifica di chi se ne frega l’Ungheria e la Russia. Stadi voluti pieni, mascherine volute zero, assembramento voluto e da mostrare. Perché i governi di Ungheria e Russia se ne fregano del Covid e lo vogliono mostrare. E se ne fregano anche di chi va nei loro stadi, ungheresi e russi compresi. Il loro non è un capriccio come quello inglese, è invece una scelta costante.