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Coronabond non passano, Ue si prende due settimane. Conte alza la testa, Merkel preferisce il Mes

di Redazione Blitz |27 Marzo 2020 0:22

Coronabond, riunione di Conte coi leader dei Paesi Ue (Foto ANSA)

BRUXELLES – E’ fumata nera sui Coronabond. Dopo un vertice di oltre sei ore e il veto posto dall’Italia sulla bozza dell’Ue, i 27 leader dell’Unione hanno deciso di prendersi due settimane per mettere a punto una nuova strategia per fronteggiare l’emergenza coronavirus sul piano economico. E se Conte alza la testa, chiedendo soluzioni adeguate, la Germania di Angela Merkel si dice favorevole al Mes.

Sul tavolo c’è tutto e niente allo stesso tempo: la dichiarazione comune non cita né il Mes, che l’Italia ha fatto rimuovere, né uno strumento di debito comune, a cui i rigoristi continuano ad opporsi. Quindi il confronto che proseguirà nei prossimi giorni non esclude nulla ma riparte esattamente da dove era iniziato: da un’Europa divisa tra Nord e Sud, tra chi vuole condividere risorse e rischi e chi invece preferisce gestirsi le crisi da solo.

La palla ripassa ora all’Eurogruppo. I leader lo invitano a “presentarci proposte entro due settimane. Queste dovrebbero tenere in considerazione la natura senza precedenti dello shock” del coronavirus e “la nostra risposta deve essere rafforzata, come necessario, con azioni ulteriori in modo inclusivo alla luce degli sviluppi, per finalizzare una risposta esauriente”, si legge nella dichiarazione finale.

Il testo è sufficientemente vago da accontentare tutti, e riprende anche l’ultimatum che il premier Giuseppe Conte, a metà riunione, aveva dato ai colleghi: “10 giorni per battere un colpo e trovare una soluzione adeguata”. Perché se si pensa di usare gli strumenti del passato, con aiuti indirizzati ai singoli Stati, “non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno”.

Nessuno, insomma, si è spostato dalle posizioni che aveva entrando nella sala virtuale del primo vertice di primavera in videoconferenza della storia. La Merkel ha ribadito al termine del vertice: “Ho spiegato che noi preferiamo il Mes come strumento, che è stato fatto per le crisi”.

Germania e Austria trovano quindi l’appoggio di Finlandia e Olanda, con il premier olandese Mark Rutte che spiega bene la resistenza di tutto il fronte del Nord: “Siamo contrari ai coronabond. Molti altri Paesi lo sono, perché porterebbe l’Eurozona in un altro territorio, sarebbe come attraversare il Rubicone. L’Eurozona ha creato i suoi strumenti, come il Mes, che può essere usato in modo efficace, ma con le condizionalità previste dai trattati. Non posso prevedere alcuna circostanza in cui l’Olanda possa accettare gli eurobond”.

E’ Conte a rispondere ai dubbi dei colleghi del nord Europa: “Nessuno pensa a una mutualizzazione del debito pubblico. Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne”. Ricordando che l’Italia “ha le carte in regola con la finanza pubblica: il 2019 l’abbiamo chiuso con un rapporto deficit/Pil di 1,6 anziché 2,2 come programmato”.

Con l’Italia ci sono Francia, Spagna, Irlanda, Belgio, Grecia, Portogallo, Lussemburgo e Slovenia, firmatari con Conte della lettera sui Coronabond. La loro battaglia proseguirà all’Eurogruppo.

In un’altra giornata inconcludente per l’Europa, l’unica che si muove è la presidente della Bce Christine Lagarde, che ha avviato il nuovo programma di acquisto di titoli da 750 miliardi di euro per l’emergenza pandemica, il Pepp, facendo saltare il limite del 33% agli acquisiti di debito di ciascun Paese.

(Fonte ANSA)

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