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Europarlamento vota contro Orban: via alla procedura sanzioni all’Ungheria

di Redazione Blitz |12 Settembre 2018 18:15

Europarlamento vota contro Orban: via alla procedura sanzioni all'Ungheria

Europarlamento vota contro Orban: via alla procedura sanzioni all’Ungheria

ROMA – L’Europarlamento ha votato il via libera alle sanzioni contro le politiche del governo Orban in Ungheria. E’ la prima volta che il Parlamento di Strasburgo ha adottato un’iniziativa del genere, cioè raccomandare l’attivazione dell’articolo 7 per una grave minaccia allo Stato di diritto, alla democrazia e ai diritti fondamentali in uno Stato membro, in questo caso l’Ungheria.

Ora la richiesta dell’Eurocamera dovrà essere esaminata dal Consiglio Europeo in base alla procedura prevista dallo stesso articolo 7. Secondo l’iter procedurale comunitario, cioè, la questione passa ai primi ministri dei paesi membri.

Il Parlamento europeo ha approvato la relazione Sargentini sullo stato di diritto in Ungheria, dando così l’ok all’applicazione dell’articolo 7 dei Trattati, che nella sua fase più avanzata può condurre a sanzioni contro il Paese. A favore hanno votato 448, 197 si sono espressi contro, 48 si sono astenuti, per un totale di 693 votanti. La presa di posizione dei deputati europei giunge non solo per le documentate violazioni nella gestione dei flussi migratori, su confini e campi profughi.

L’Europa guarda con preoccupazione alla deriva autoritaria ungherese per le ingerenze governative sulle prerogative e l’indipendenza della magistratura, la stretta sulla libertà di stampa, le modifiche costituzionali per garantire i seggi alla maggioranza. Fidesz, il partito del profeta della “democrazia illiberale” Orban e che ispira il suo sovranismo muscolare, è un membro del Ppe, la famiglia dei popolari europei, la stessa di Angela Merkel.

In vista delle cruciali elezioni del prossimo maggio per rinnovare il Parlamento europeo, la partita all’interno dei popolari – isolare i nazionalisti o integrarli per disinnescarli – è il fronte più sensibile per le speranze dei partiti europeisti di scongiurare la marea populista. A Strasburgo un primo segnale. Importante, a fini interni, il fatto che M5S abbia votato le sanzioni, distinguendosi dall’appoggio incondizionato di Salvini al suo alleato naturale ungherese,.

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