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Alemanno rompe l’aura mistica: “Chi paga per Wojtyla beato?”

di Mino Fuccillo |3 Maggio 2011 14:32

ROMA-Passato lo santo, chi caccia i soldi? Dopo tanto fervore è questa la prosaica e un po’ inelegante domanda che Gianni Alemanno, sindaco di Roma, pone alle genti e soprattutto al governo. Governo che poi sarebbe anche il suo, visto che Alemanno è dello stesso partito di Gianni Letta cui il sindaco chiede di intercedere presso Berlusconi e Tremonti, anche loro del Pdl, perchè scuciano. Scuciano almeno quattro milioni di euro perché il Comune di Alemanno, del devotissimo Alemanno, per la giornata della beataficazione di Wojtyla ne ha spesi quattro milioni e 625mila. Per pagare i vigili urbani, la rimozione dei rifiuti, gli autisti e i macchinisti dell’Atac, la disastrata azienda romana del trasporo pubblico. Alemanno presenta il conto: circa due milioni e mezzo spesi per i servizi forniti e circa due milioni per “accoglienza” dei pellegrini. Nella foga di documentare la giustezza della richiesta di rimborso Alemanno commette anche involontaria gaffe o comunque fornisce una notizia: l’Opera Roma Pellegrinaggi, insomma i diretti interessati e in fondo beneficiari, insomma il Vaticano, ci ha messo solo 370mila euro. Non si sono dunque svenati dall’altra parte del Tevere, hanno pensato che la spesa fosse sostanzialmente in carico all’altra sponda, a quella italiana.

E così è stato, i quattro milioni e passa li ha tirati fuori il Comune di Roma. Comune che ora con il suo sindaco bussa a denari. Appena 24 ore dopo i santi sono arrivati i fanti, l’aura mistica si è dileguata e nel cielo di Roma risuona un antico motivetto che si cantava nelle parrocchie e negli oratori da parte di ragazzini un po’ insolenti. Diceva: “E sempre sia lodato quel fesso che ha pagato”.

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