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Aventino, il colle del Parlamento da sempre teatro di scontri politici

di admin |11 Luglio 2013 10:51

Aventino, il colle del Parlamento da sempre teatro di scontri politici (Ansa)

ROMA – L’Aventino a Roma è tra i sette colli il più isolato e di difficile acceso, nonché teatro di scontri politici sin dall’antichità. Proprio su questo colle Roma fu fondata e Pierluigi Battista sul Corriere della Sera spiega che l‘Aventino “non porta bene”. Teatro di “tragedie antiche”, sin dagli scontri tra plebei e patrizi, e che ora vede l’invasione delle telecamere fuori dal Parlamento dove si affrontano Pdl e Movimento 5 stelle.

Battista scrive sul Corriere della Sera:

“Intanto: per chiunque ne fosse tentato, l’Aventino non porta bene. Non ha mai portato bene. Non portò bene ai plebei che volevano enfatizzare la loro secessione dai privilegi e dai soprusi dei patrizi che dominavano dal colle opposto, il Palatino. Non portò bene ai deputati antifascisti che offrirono il destro a Mussolini per umiliare il Parlamento, «l’aula sorda e grigia», dopo le convulsioni innescate dal delitto Matteotti. Un motivo in più per non lasciarsi contagiare da una prova di forza che si dimostra sempre infelice. E che poi, ripetuta in forme parodistiche, rischia seriamente di trasformarsi in una rappresentazione sempre più stucchevole”.

Dall’antichità al 10 luglio 2013, quando Pdl e Movimento 5 stelle sono scesi sull’Aventino:

“È in quella piazza che i deputati del Movimento 5 Stelle hanno portato il loro Aventino. Dove un tempo brindavano e si abbuffavano l’allora sindaco Alemanno e l’allora ministro Bossi per rappresentare la conciliazione tra il Nord e «Roma ladrona», ora si gioca di sponda tra la piazza protestataria e i «cittadini» che ritrovano all’aria aperta l’atmosfera di una gratificante, e televisivamente perfetta, secessione aventiniana del XIX secolo”.

Se durante la Prima Repubblica l’Aventino è stato “dimenticato”, ma tra la Seconda Repubblica e la “democrazia della Rete” di M5s, torna teatro assai frequentato e dominato dalla televisione:

“Il cappio sventolati da un leghista nella Camera dei Deputati e i giovani missini che urlavano al megafono «siete circondati» (Grillo non ha inventato niente di nuovo) ai parlamentari asserragliati nel Palazzo rappresentarono, nella tempesta di Mani Pulite, la frattura tra le due Repubbliche. È da quel momento che una parte del Parlamento viene catturato dalla tentazione aventiniana. «Fuori tutti» è lo slogan che l’ala dura del Pdl, cronologicamente primo fra tutti Maurizio Gasparri, prova a esibire per marcare il massimo della protesta possibile per le sorti giudiziaria del Capo indiscusso. Capo di un partito di governo, non di una minoranza sparuta. L’Aventino, le prime volte furono una tragedia. E ora?”.

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