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Angela Napoli (Fli): “Non escludo che alcune parlamentari si siano prostituite. Colpa di questa legge elettorale”

di Maria Elena Perrero |8 Settembre 2010 15:36

Angela Napoli

“Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite”. A dirlo è stata la deputata Angela Napoli, del Fli, componente la commissione parlamentare antimafia, rispondendo alle domande di Klaus Davi per il suo programma televisivo ”KlausCondicio”, pubblicato da You Tube. Le parole della Napoli sono state stigmatizzate da Fini, che ha chiesto le scuse da parte della deputata.

”Purtroppo – ha aggiunto la Napoli – può essere vero e questo porta alla necessità di cambiare l’attuale legge elettorale. E’ chiaro che, essendo nominati, se non si punta sulla scelta meritocratica, la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, anche a prostituirsi o comunque ad assecondare quelle che sono le volontà del padrone di turno”.

La parlamentare, poi, è scritto in una nota, parlando del disegno di legge del ministro Mara Carfagna che prevede il carcere per i clienti delle prostitute, ha sostenuto che ”se veramente quell’ipocrita ddl sulla prostituzione diventasse legge, sarebbero non tanti, ma tantissimi i parlamentari che verrebbero arrestati”. ”Salvo che i parlamentari beccati con prostitute – ha precisato Angela Napoli – se la cavino con l’immunità, mentre un operaio o un camionista finirebbero per pagare nella solita logica di casta, come sempre avviene”.

Un affondo poi sulle liste del Popolo della Libertà: ”Le liste lombarde del Pdl alle ultime elezioni non erano pulite. Stiamo valutando il tutto con la commissione antimafia. Pertanto la Moratti e Formigoni farebbero bene a dare messaggi chiarissimi, non solo con le parole, ma anche con le scelte dei candidati”, avrebbe detto, secondo quanto riferisce una nota, Angela Napoli.

”Dire a parole che non si vogliono i voti della ‘ndrangheta – ha aggiunto – è molto facile per tutti. Quando poi, però, si fanno le liste elettorali e, all’interno delle stesse, si inseriscono candidati conosciuti per i loro rapporti con la criminalità organizzata, vuol dire che si punta ancora una volta solo al risultato elettorale numerico, ma non qualitativo. Questa è una delle mie battaglie principali che ho portato avanti anche in Calabria, anzi soprattutto lì, in occasione delle ultime regionali. Io non sono andata a votare perché, dopo aver avuto la forza, e devo dire anche il coraggio, di fare i nomi, a livello nazionale, di determinati politici collusi con la mafia, me li sono ritrovati candidati nelle liste”.

La Napoli ha poi sostenuto che ”i nuovi boss studiano alla Bocconi e ad Harvard, hanno anche due o tre lauree e vanno ai meeting dell’intellighenzia come per esempio quello di Cernobbio. Ha perfettamente ragione Nicola Gratteri”, procuratore aggiunto di Reggio Calabria. La parlamentare ha anche sostenuto che ”la Moratti non parla della ‘ndrangheta a Milano perché ha paura. Ha paura, così facendo, di criminalizzare l’intero territorio. Basti pensare al fatto che non è stato possibile nemmeno creare una commissione comunale antimafia. Questo è estremamente grave”.

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