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Berlusconi e l’ultimo appello: “Nuovo patto con i moderati”

di luiss_vcontursi |13 Dicembre 2010 13:30

Silvio Berlusconi

Un appello per “un nuovo patto con i moderati”, un’alleanza tra Pdl, Lega, Fli e Udc per non “tradire il mandato ricevuto dagli elettori”. Silvio Berlusconi parla al Senato e chiede la fiducia per il governo. Nel farlo rilancia un’alleanza giù sperimentata nel suo precedente esecutivo e ricorda agli alleati ed ex: “Abbiamo bisogno di tutto tranne che di una crisi al buio” e “chi ci vota contro tradisce il mandato ricevuto dagli elettori”.

Silvio Berlusconi, dunque,  lancia un appello a tutti i moderati presenti in Parlamento: e sul tavolo mette il ”rafforzamento della squadra di governo”, l’aggiornamento del programma e anche la modifica della legge elettorale, a condizione che venga preservato il bipolarismo.

Il tutto sigillato da un ”patto di legislatura” offerto a ”tutti i moderati presenti in Parlamento”. Nel suo intervento al Senato, il premier bolla come ”una follia politica” l’apertura di una crisi ”priva di soluzioni”. Per difendere il suo esecutivo, Berlusconi fa leva sul’assenza di proposte alternative anche nel campo di chi vuole sfiduciarlo: ”Comprenderei se chi volesse sfiduciare il governo invocasse le elezioni anticipate o indicasse un nuovo premier. Non riesco invece a comprendere che spirito animi chi vuole aprire una crisi al buio”.

Una crisi che, comunque, Berlusconi mostra di non temere: secondo il premier, infatti, ”e’ vana la speranza di chi vuole azzerare i risultati delle elezioni portando al governo chi non ha prevalso”. L’argomento principe usato da Berlusconi per sostenere la sua volonta’ di andare avanti e’ quello della stabilita’ di cui ha bisogno il paese per non subire gli attacchi della speculazione. Prima si scaglia contro ”la costellazione di forze che vorrebbero trascinare il paese nella spirale del declassamento”, poi sottolinea che se il debito italiano non e’ piu’ sotto tiro e’ per la politica di rigore adottata dal governo. E accusa chi non riconosce gli sforzi dell’esecutivo di ricorrere a critiche ”pretestuose, generiche e qualunquiste”. ”Cosi’ si lavora contro l’interesse nazionale”, aggiunge.

Stabilito che non ci sono alternative al suo governo, Berlusconi si concentra sull’appello a finiani e centristi. Con il Fli Berlusconi usa poco bastone e molta carota: ”Sono certo che nessuno di voi – dice rivolgendosi agli uomini di Fini – intende gettare cio’ che abbiamo costruito insieme. Sono convinto che ciascuno di voi sa che qualunque divisione e’ legittima; ma la rottura no, la sfiducia al governo no, la rottura del campo dei moderati no”. ”Tutto si puo’ fare – aggiunge – ma non si puo’ progettare un’alleanza con la sinistra per questa legislatura camuffandola con il governo di transizione”. Se i finiani volessero cambiare campo, per Berlusconi dovrebbero essere i primi a chiedere di tornare davanti agli elettori per spiegare ”perche’ si e’ cambiata idea”. Se invece sono ”sinceri e leali” allora il ”senso di responsabilita’ verso il paese”,impone di ”rinnovare la fiducia al governo”.

E’ a questo punto che Berlusconi si rivolge per la prima volta ai centristi di Casini. La fa indirettamente, sostenendo che la strada appena indicata ”vale anche per chi non era con noi nelle elezioni del 2008”. Se le forze moderate votassero la fiducia ”si eviterebbe una crisi al buio e si consentirebbe il completamento delle cinque azioni programmatiche votate a settembre”.

La sua ricerca di nuovi sostegni parlamentari lo porta a una apertura anche verso il piccolo partito liberale, rappresentato in Parlamento dall’ex Paolo Guzzanti, al quale assicura una ripresa del tema delle liberalizzazioni. Non manca un accenno alla legge elettorale, che Fini chiede di cambiare: per Berlusconi se ne puo’ parlare, con l’unico ”limite invalicabile” della difesa del bicameralismo, perche’ ”i cittadini quando vanno a votare devono sapere chi sara’ il leader”. Ma Berlusconi non chiede un semplice si’: la sua offerta e’ quella di un’unione stabile di tutti il campo dei moderati. ”Il popolo dei moderati ci chiede di unirci per il bene dell’Italia”, dice il premier, che elenca le forze che vorrebbe vedere riunite: il pdl, la lega nord, il Fli e l’Udc.

”L’unita’ dei moderati e’ il frutto piu’ prezioso di questa fase e della mio ultradecennale patrimonio politico. Nessuno puo’ essere osi’ irresponsabile da distruggerla volontariamente o involontariamente”, sottolinea Berlusconi. ”Oggi – sottolinea Berlusconi – non e’ in gioco il presidente del Consiglio. Il nostro paese ha bisogno di stabilita’ e di governabilita’ per le riforme. Garantire la stabilita’ e’ la prima condizione per mettere in sicurezza il paese e l’unita’ del’area moderata. Se otterremo la fiducia lavoreremo per ricomporre l’unita’ dei moderati a partire da chi e’ con noi nella stessa famiglia europea e per rafforzare la squadra di governo”.

La conclusione e’ all’insegna di un moderato ottimismo: ”La ragionevolezza e la responsabilita’ vincono sempre sull’irragionevolezza e l’irresponsabilita’, il bene comune prevale sempre sull’egoismo”. Se invece la fiducia non dovesse arrivare, Berlusconi e’ convinto che le elezioni lo vedranno di nuovo vincitore: ”Sono certo che il popolo, quando verra’ il momento, sapra’ valutare i meriti e le responsabilita’ di ciascuno”.

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