Berlusconi lascia o raddoppia? Quel che succede dopo il “giorno dei giudizi”

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 16:15 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Il 14 dicembre sarà il giorno dei giudizi, del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale. Ma il 15 o nei giorni, settimane e mesi seguenti Berlusconi lascia o raddoppia? Insomma quel giorno il quasi ventennio berlusconiano comincia a finire o inizia a svanire il miraggio, sogno o incubo a seconda dei punti di vista, di un’Italia senza questo premier?

Prima tappa appunto martedì 14 dicembre. Può succedere che sia il Senato che la Camera votino la fiducia a Berlusconi. Possibilità e pronostico: dieci per cento. Se va così, Berlusconi resta, si celebra il suo inaspettato e grandioso trionfo e resta un governo che si regge su un paio di voti di maggioranza. Si celebra anche la capacità di Berlusconi di aver riportato a casa i voti di almeno sei/sette deputati che avrebbero dovuto votargli contro. Si celebra la sua capacità di convinzione, la sua invincibilità e la consistenza degli argomenti messi in campo, siano essi qualche posto al governo, la certezza di una ricandidatura al prossimo giro, la paura di restar senza seggio se si andava subito alle elezioni. Berlusconi vincitore dunque con tanto alloro sul capo ma con poco governo in mano. Con un paio di voti di maggioranza ad ogni votazione si rischia di andar sotto. Ma questo è il domani, oggi, 14 dicembre, Fini è triturato.

Può succedere invece che sia il Senato che la Camera negano la fiducia a Berlusconi. Possibilità e pronostico: cinque per cento. Se va così, è Berlusconi il triturato del 14 dicembre. L’umiliazione politica e personale di dover salire al Quirinale da sconfitto, le dimissioni-penitenza. La rabbia incontenibile e forse non contenuta. Fine del governo che c’è. Strada aperta, in teoria e a norma di legge e Costituzione, sia per un altro governo di centro destra ma, questo è sicuro, senza Berlusconi premier, sia per un governo con altra maggioranza. Possibilità e pronostico per l’altro governo di centro destra: un per cento. Possibilità e pronostico per il governo con altra maggioranza impropriamente detto “tecnico”: dieci per cento. Il restante ottantanove per cento delle possibilità se il 14 dicembre Berlusconi di fiducia non ne prende neanche una va alle elezioni anticipate.

Può succedere ancora che Berlusconi abbia la fiducia al Senato e la sfiducia alla Camera. Possibilità e pronostico: ottantacinque per cento. Berlusconi dice e proclama che ha vinto, ma non ha vinto. Si deve dimettere, ma resta lì a sbarrare la strada ad altro governo, di centro destra senza di lui o di altra maggioranza. Se è andata così, con il pareggio delle mozioni, fiducia-sfiducia 1 a 1, Berlusconi può far catenaccio. Riduce a zero le già microscopiche possibilità di un governo di centro destra con altro premier, può entrare in tackle duro sul governo “tecnico”. Non è detto che con l’argomento “una Camera mi ha dato la fiducia” possa spezzare le gambe a ogni altra maggioranza, ma quasi. Napolitano ha il dovere e il diritto di cercarla altra maggioranza ma poche possibilità di trovarla. Anche se a quel punto l’arma usata da Berlusconi per provare ad avere la maggioranza e la fiducia anche alla Camera, la paura di non essere rieletti, potrebbe ritorcersi contro di lui. Insomma, se va secondo possibilità e pronostico, il 14 dicembre di fiducia Berlusconi ne prende una e di sfiducia pure. Ma una sfiducia basta e avanza a termini di Costituzione per le dimissioni. Quindi la crisi, le consultazioni, la decisione di Napolitano. All’ottanta per cento abbondante le elezioni anticipate a marzo 2011.